In questi anni ho fatto il Sindaco animato dalla volontà di contribuire al miglioramento della vita dei concittadini, non certo per arricchirmi.

Dal 1° marzo 2013, in seguito alla mia elezione al Parlamento, l’indennità di Sindaco – di poco superiore ai 600 € al mese – è stata azzerata, come prevede la normativa sul divieto di cumulo dell’indennità di parlamentare con quelle derivanti da altre cariche.

L’essere stato eletto in Parlamento non con una nomina dall’alto ma attraverso le primarie mi ha premiato anche nel Comune che amministro: un chiaro segnale per la Politica Nazionale della necessitá di un riavvicinamento ai problemi quotidiani dei nostri territori.

Nell’attuale sistema parlamentare, in attesa di abolire il Senato e trasformarlo in una Camera delle autonomie, gli enti locali non sono infatti ufficialmente rappresentati; ritengo pertanto che la presenza di Sindaci, anche di comuni piccoli come il mio (Ponte nelle Alpi ha 8500 abitanti), arricchisca il Parlamento di competenze pratiche e riavvicini la Politica alle effettive esigenze dei territori.
Troppo spesso, da Sindaco, ho subito norme assurde scritte nelle stanze romane che, una volta portate nel territorio, hanno di fatto bloccato ogni possibilità di sviluppo (es. patto di stabilità).

In ogni caso, non appena la giunta delle elezioni esaminerà la mia posizione, e quella degli altri Sindaci eletti in Parlamento, opterò per la carica di Parlamentare, lasciando la guida del mio Comune al vice-sindaco.

Vorrei però sottolineare alcune nostre scelte – non certamente frutto di una politica “attaccata alle poltrone” – fatte fin qui:
le indennità percepite dagli amministratori del Comune di Ponte nelle Alpi sono passate da un costo annuo complessivo nel 2000 di € 124.000 della giunta Fregona – a cui vanno aggiunti anche € 25.000 per addetto stampa – agli € 83.000 della giunta De Pasqual nel 2004, per arrivare nel 2013 con la mia giunta a € 50.000.
Un risparmio complessivo in 10 anni di ben 451.000 €.
La nostra giunta è la meno costosa della storia del Comune di Ponte nelle Alpi.

Se guardassi esclusivamente al mio interesse personale e alla qualità di vita mia e dei miei familiari, mi converrebbe certamente lasciare l’amministrazione; invece, aldilà dall’aspetto formale, lavorerò per il mio Comune fino al giugno del 2014 – scadenza naturale del mandato – perché non c’è nulla di più gratificante che costruire insieme alla gente una comunità educativa e solidale come lo è quella di Ponte nelle Alpi.

Roger


Per conoscere meglio la mia storia personale e quella del mio Comune vi invito a rileggere un pezzo che è stato pubblicato nei giorni successivi alla mia elezione a Deputato.

“Le buone pratiche dell’amministrazione di Ponte nelle Alpi hanno anticipato tanti dei temi che tutti oggi portano ad esempio di buona politica”.

“ Noi, nella giusta direzione, sappiamo andare da soli”. Così esordisce Roger De Menech, l’attuale sindaco di Ponte nelle Alpi, eletto alla Camera nelle recenti elezioni politiche.
De Menech guida un comune di 8.533 abitanti della provincia di Belluno, in Veneto, noto ormai a livello nazionale. Ed è conosciuto non per grazia ricevuta, ma per le scelte amministrative che hanno richiamato ai piedi delle Dolomiti media, giornali e tv (per esempio, programmi come Report e Geo&geo) da tutta Italia. Come mai? Per dei motivi che qualcuno reputa innovativi e inediti. Ma che qualcuno, come De Menech, ha già messo in pratica: non a parole, ma con i fatti. Eccoli, i fatti: in territorio bellunese, alla fine degli anni ’90, il Piano provinciale prevedeva l’apertura di una discarica di rifiuti in una cava dismessa dalla capacità di due milioni di metri cubi. Il progetto, però, fortemente osteggiato dalla popolazione, viene presto accantonato grazie alle buone pratiche in materia di raccolta che fanno di Ponte, per tre anni consecutivi, il comune a più alto tasso di differenziata in Italia con oltre il 90%. Sì, perché nel 2007, l’amministrazione costituisce una piccola società (PonteServizi), al 100% pubblica, il cui compito è quello di occuparsi della raccolta; durante l’estate viene acquistato tutto il materiale necessario (come i bidoncini), poi distribuito alla gente. E, nel giro di pochi mesi, il boom: dal 23% all’90% di raccolta differenziata. «La scelta – ricorda de Menech – ha avuto anche una ricaduta occupazionale, visto che gli operatori impiegati nella società in-house sono raddoppiati (da 6 a 12) e i costi di smaltimento dei rifiuti sono passati da oltre 500mila euro ad appena 40mila euro all’anno. Non solo, gli ambiti d’azione di PonteServizi sono aumentati: gli addetti, oltre a raccogliere e gestire i rifiuti attraverso l’ecocentro, effettuano la pulizia delle strade comunali e si occupano della gestione del verde pubblico».
Insomma, in tema ambientale, tanto caro a tanti movimenti e partiti, il neoeletto deputato del Partito Democratico ha ben poco da imparare: «Tutti gli edifici scolastici, inoltre, sono stati messi a norma con nuovi infissi e pannelli fotovoltaici sui tetti. In municipio, poi, è stata installata una caldaia a cippato che non si limita a riscaldare la sede municipale, ma con il teleriscaldamento fornisce anche energia alla vicina scuola media e alla relativa palestra. L’ultima realizzazione in ordine di tempo – conclude De Menech – consiste nel rifacimento del tetto del municipio, con la rimozione di pannelli d’amianto. Al loro posto, ci sono ora pannelli fotovoltaici».
Passi per l’ambiente, ma la tanto sbandierata moralità? Anche in questo caso, la politica dell’amministrazione De Menech parla da sola. Con i numeri: nel 2003, gli amministratori costavano complessivamente 114.901 €, mentre nel 2004, anno di insediamento della nuova amministrazione di centro sinistra, si passa a 85.969 e, nel 2007, a 77.282. Nel 2009, invece, si insedia la giunta De Menech e i costi scendono a 56.614 €. Ma la riduzione definitiva arriva nel 2011: 48.505 €. Senza considerare la rinuncia all’addetto stampa e al giornalino amministrativo con un ulteriore risparmio di circa 25mila € anno. I conti sono presto fatti: dal 2003 ad oggi, il comune di Ponte nelle Alpi ha risparmiato complessivamente 66.396 € all’anno.
Inoltre tanti altri progetti sperimentati, dal trasporto a chiamata per gli anziani, al gruppo di acquisto per il fotovoltaico, dal centro di scambio per le famiglie, ai lavori estivi comunali per i nostri ragazzi, fino all’ottenimento della certificazione ambientale “EMAS”.
E questa sì che è una politica a “5 stelle” (premio nazionale comuni a 5 stelle vinto nel 2008) a misura di cittadino. Un modello di buona politica e di sviluppo sostenibile che ha come elemento centrale la partecipazione attiva della cittadinanza, portato avanti da una giunto civica con il sindaco (e molti altri) iscritto al Partito Democratico,.
Oggi De Menech, che si prepara per la nuova avventura parlamentare, si chiede e chiede a tutti i suoi nuovi colleghi: non è possibile trasportare le tante buone pratiche amministrative presenti in tutto il territorio nazionale anche a livello centrale?
“Non posso credere che questi temi non siano realizzabili da un parlamento così tanto rinnovato, chi ha voglia e coraggio di cambiare veramente questo nostro splendido paese si faccia avanti, io ci sono”.