La collaborazione è il metodo più efficace per tradurre in servizi concreti ai cittadini, alle imprese e ai Comuni, le opportunità offerte dalla riforma Delrio alle province interamente montane.

La Delrio ha ridotto funzioni e competenze di tutte le Province italiane, ad eccezione di Belluno, Sondrio e Verbania. Per questi tre enti la legge prevede nuove competenze tra cui lo sviluppo strategico, la gestione di servizi in forma associata e le relazioni istituzionali con province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale ed enti territoriali di altri Stati. Inoltre, con il comma 52 dell’articolo 1, obbliga le Regioni a prevedere forme particolari di autonomia.

La citata riforma Delrio indica un percorso in base al quale le Regioni devono trasferire la maggioranza delle competenze alle tre province montane. Il trasferimento deve essere accompagnato dalle relative partite di bilancio e dalle risorse umane. Vuol dire che se, per esempio, sul governo del territorio la Regione Veneto investe annualmente per Belluno determinate risorse economiche e strumentali, quelle stesse risorse devono passare in capo alla Provincia. «In territori demograficamente deboli e con problemi molto complessi, è l’unico modo per mantenere una visione unitaria e, al tempo stesso, per accorciare la linea decisionale. Del resto, anche nell’ambito delle riforme costituzionali, è stata sancita la necessità di tener conto delle aree montane.

La riforma consente di praticare questa autonomia in diversi ambiti e alcuni effetti già si vedono come la rappresentanza delle Province nella gestione dei Fondi per i Comuni di confine, l’assegnazione di un dirigente scolastico dedicato solo a Belluno dopo molti anni di vacanza.

In questa fase non credo sia utile alimentare polemiche, ormai le campagne elettorali sono state chiuse da tempo, ma di unire le forze per tradurre in servizi più efficaci e puntuali le previsioni di legge. Il maggior grado di autonomia deve innanzi tutto essere ben praticato dai territori, perché non possiamo nasconderci che in Parlamento siamo riusciti a ottenere dei risultati tangibili nonostante l’opposizione dei rappresentanti di tutte le altre province che vedono questa differenziazione come privilegio. Se a livello locale e regionale, non dimostriamo di saper amministrare con responsabilità queste maggiori competenze e se cogliamo ogni occasione per litigare e dividerci nell’ormai usurato modello dello scaricabarile, avranno buon gioco tutti i soggetti intenzionati a ridimensionare, ridurre se non addirittura eliminare i vantaggi ottenuti con tanta fatica.

 


Belluno, 22 Ottobre 2015