Un atto contrario alla carta dei valori. Chiedo agli organi di Rovigo l’avvio di una profonda riflessione per dare risposte rapide e risolute.

           

Un’ingerenza inopportuna e gravissima. La lettera con cui il segretario pro tempore di Rovigo chiede al ministro della Giustizia di intervenire nei confronti di un pubblico ministero è un tentativo di interferenza, per quanto goffo, da censurare senza appello alcuno. Il Partito democratico Veneto nel suo insieme prende le distanze da un atto contrario, oltre che al buon senso, alla propria carta dei valori che già a pagina 2 indica come “L’azione politica è anzitutto agire nel rispetto di norme che giustificano ogni scelta che interessa i cittadini. Da ciò deriva il principio di legalità, che non tollera eccezioni, né da parte dei cittadini, né da parte di chi si propone come guida politica del paese o di parte di esso”.

Consapevole degli ambiti di azione propri della politica, il Partito democratico Veneto con tutti i suoi esponenti ai diversi livelli rispetta il principio costituzionale di indipendenza della magistratura e non interferisce in alcun modo e in nessun caso con il lavoro dei magistrati.

Non conoscendo nel dettaglio i contorni della vicenda, dalle notizie apprese dalla stampa la lettera appare molto grave per tutti i soggetti coinvolti: per il ministro, per il gruppo dirigente di Rovigo e soprattutto per la nostra comunità. Per questo chiedo agli organi statutari di avviare una profonda riflessione all’interno della federazione provinciale di Rovigo. Anche perché al momento permangono diverse ombre sull’accaduto: dobbiamo sapere se la lettera è un’iniziativa personale dell’attuale segretario o se è frutto di una decisione della segreteria o della direzione. Soprattutto, credo, dobbiamo dare una risposta rapida, risoluta e certa ai nostri militanti, ai nostri iscritti e a un’opinione pubblica spaesata di fronte a simili fatti.

 

Roger De Menech

Segretario regionale del Pd

 


Padova, 29 Dicembre 2015