Bene che il presidente della Regione Veneto convenga sull’opportunità di un’Olimpiade delle Dolomiti nel 2026. Ora speriamo di essere ancora in tempo, perché l’idea lanciata il 21 ottobre scorso dopo il referendum con cui il Tirolo aveva bocciato la proposta di organizzazione dell’evento. A rilanciarla furono vari esponenti delle tre Province, tra cui i presidenti Rossi, Kompatscher e Padrin, e il sottoscritto, ma in realtà non fu raccolta da nessuno altro in Veneto. Ora però vediamo se riusciamo a fare squadra e a portare a casa un risultato positivo. Noi ci siamo.

Valuto positivamente la convergenza della Regione Veneto e del presidente della giunta sulla possibilità di organizzare le Olimpiadi invernali 2026 nelle Dolomiti, con un lavoro congiunto di Trento, Bolzano e Belluno. Come ho dichiarato ieri al Fatto Quotidiano, parlo invece di "esproprio della montagna da parte delle città metropolitane". Le uniche candidature che sembrano avere delle possibilità sono infatti Torino e Milano in quella che appare una decisione esclusivamente politica con riflessi deleteri per l’ambiente e per i conti pubblici.

Si chiamano Olimpiadi invernali, saranno in realtà olimpiadi di pianura e per organizzarle ci vorranno risorse ingenti e ulteriore consumo di territorio. Ne abbiamo bisogno? Credo proprio di no e secondo me non possiamo neppure permettercelo.

A ottobre scorso, dopo aver avviato una discussione anche con i presidenti delle Province Autonome di Trento e Bolzano – Rossi e Kompatscher, e di Belluno, Roberto Padrin, avevo proposto la candidatura unitaria delle Dolomiti. A inizio anno avevo ribadito la mia posizione a favore delle Olimpiadi delle Dolomiti in uno speciale che il Fatto Quotidiano aveva dedicato alla provincia di Belluno e pubblicato l’11 gennaio.

Dalla nostra avevamo che gran parte degli impianti nelle tre province sono in ottime condizioni. Quelli di Cortina, dopo i mondiali 2021 saranno nuovi. Ci sono palazzetti del ghiaccio e piste da sci perfette in tutte e tre le province, a Predazzo (Trento) c’è un trampolino in funzione. Manca la pista da bob, ma si può pensare di rimettere in funzione quella di Cortina. Del resto in tutta la Lombardia non ne esiste una e quella costruita a Torino dopo le Olimpiadi del 2006 è stata dismessa. Anche la viabilità di accesso al Bellunese e ad alcune valli circostanti sarà di gran lunga migliore rispetto all’attuale tra qualche anno.

Il mondo degli sport invernali sarebbe sicuramente più favorevole all’organizzazione in montagna di un evento come le Olimpiadi. Abbiamo avuto di recente diverse grandi città coinvolte nell’organizzazione delle Olimpiadi, da Torino a Vancouver e non si tratta certo di esperienze negative, ma sappiamo quanto gli sportivi preferiscano una localizzazione coerente. Le città per quanto belle e organizzate, sono fuori contesto rispetto alla montagna e, oltre tutto, costringono a spostamenti lunghi gli atleti e gli staff e a una logistica che non sempre, terminata la manifestazione, rimane a servizio dello sport.

Infine ci sono da considerare i costi. Con gran parte delle infrastrutture già pronte, potremmo organizzare l’evento con un sesto dei tanti miliardi investiti per Torino 2006. Libereremmo così moltissime risorse per il marketing e la promozione del territorio.

 


Belluno, 12 Marzo 2018