"Cala il sipario sul sistema di potere del centrodestra"

VENEZIA – "Stiamo assistendo al crollo del sistema di potere del centrodestra. Mi pare difficile che Zaia possa chiamarsi fuori, almeno politicamente ha delle responsabilità". Lo sostiene il segretario veneto del Pd, Roger De Menech.
 

"Il suo ex presidente che patteggia 2 anni e 10 mesi e deve restituire oltre 2,6 milioni di euro allo stato, un assessore in carcere, un consigliere di maggioranza indagato, diversi tra i massimi dirigenti regionali indagati per reati gravissimi, i responsabili delle imprese che hanno vinto tutti i grandi appalti regionali in carcere, agli arresti domiciliari o indagati – elenca -.

 

Se questo è il lascito della giunta Zaia è meglio voltare pagina velocemente". Da 20 anni il centrodestra è a capo della Regione, aggiunge De Menech, "ma Zaia finge di essere all'oscuro di quanto è accaduto. Eppure è stato il vice di Galan dal 2005 al 2008, Zaia ha nominato l'assessore Chisso nel 2010 e ha lavorato al suo fianco ogni giorno per oltre quattro anni".

 

"Non intendo dare giudizi, quelli spettano ai giudici. Però dico che ci sono responsabilità politiche a cui il presidente di una delle più importanti regioni italiane non può e non deve sottrarsi – continua -. Perché da qualsiasi parte la si guardi, questa vicenda fa acqua: o Zaia ha perpetrato il sistema di potere costruito da Galan, oppure non è stato capace di cogliere i 'segnali deboli' che pure arrivavano.

 
Le indagini su molti uffici regionali si susseguono infatti da anni e sono state segnate da arresti eccellenti. Cosa è stato fatto per prevenire corruzione, malversazione, peculato e abuso di ufficio, i principali reati contestati agli indagati? A leggere le cronache giudiziarie sembra davvero molto poco e di questo i cittadini veneti chiedono e chiederanno conto".
 
 
 
Da Oggitreviso.it | sabato 11.10.2014
http://www.oggitreviso.it/mose-de-menech-zaia-non-può-chiamarsi-fuori-98115