Il lavoro del tavolo unitario costituito da sindaci di varie estrazioni politiche e di differenti aree della provincia viene oggi messo in discussione dai soliti che dalla divisione del territorio traggono vantaggio e benefici. E’ il disperato tentativo di affermare la propria esistenza pubblica da parte degli stessi personaggi che per anni hanno avuto ruoli di prestigio e responsabilità senza mai portare nessun risultato concreto per lo sviluppo economico e per la qualità della vita dei cittadini.

Il Partito democratico ha sollecitato la costituzione di un tavolo unitario dei sindaci che fosse indipendente non solo dai partiti ma anche dai singoli esponenti, politici e delle parti sociali. Ha supportato l’azione del tavolo e segue le indicazioni dei sindaci senza mai mettere le ambizioni personali, le appartenenze o il proprio peso politico davanti all’obiettivo di trovare una guida autorevole del nuovo ente Provincia. Una guida in grado di attuare un programma innovativo di sviluppo, sulla base delle nuove materie in capo all’ente e di rappresentare a testa alta il territorio nei centri decisionali di Roma e Venezia.

Invito i rappresentanti delle categorie economiche a chiedere con decisione una guida forte e unitaria e ricordo a tutti i soggetti coinvolti la necessità di mettere da parte le ambizioni personali.

Dopo quasi tre anni di gestione commissariale, il ritorno dei rappresentanti del territorio in Provincia è una grande occasione. Qualcuno vuol fare perdere questa opportunità e far ritornare la Provincia al nanismo del passato nei confronti di interlocutori come il governo nazionale e quello regionale, distruggendo il faticoso lavoro che negli ultimi anni ha portato a salvare la Provincia, ad affidarle nuove competenze e a ottenere forme concrete di autonomia accompagnate da risorse certe. Dal fallimento di un progetto unitario trarrebbe sicuramente vantaggio chi difende il proprio anacronistico ruolo di intermediatore politico, sicuramente chi cerca di costruirsi una carriera nelle istituzioni a scapito del bene comune. Risulterebbero perdenti tutti i Bellunesi.

Roger De Menech