Ci vorranno almeno 18 mesi per trovare un nuovo gestore. Intanto il rischio smantellamento dell’ospedale è crescente. Regione immobile

 

Aumentano le incertezze per l’ospedale di Cortina.

Dopo aver perso tre anni di proroga della sperimentazione e non aver fatto nulla per organizzarsi rispetto al futuro del Codivilla Putti, la giunta Zaia ora brancola nel buio. Ci vorranno probabilmente non meno di 18 mesi da oggi perché la Regione faccia una nuova gara e assegni il Codivilla Putti ad una nuova azienda privata. Questa mattina a Cortina ho incontrato cittadini, autorità ed esponenti delle associazioni e delle categorie economiche. Tutte le procedure potevano e dovevano essere fatte nei tre anni precedenti. La legge di proroga della sperimentazione, fatta approvare dal Pd nel 2014 aveva proprio questo scopo: consentire alla Regione di redigere un piano sanitario e organizzarsi dal punto di vista tecnico e amministrativo per il cambio di gestione. Invece la Regione ha lasciato trascorrere il tempo per ritrovarsi ora a un punto morto. Spero si tratti solo di incuria e non della precisa volontà di chiudere l’ospedale.

La preoccupazione è crescente e purtroppo è del tutto giustificata. Come rappresentanti dei territorio chiediamo alla Regione Veneto di mantenere attivo il Codivilla Putti in tutte le sue funzionalità: non ci bastano le rassicurazioni generiche sulla continuità di una non meglio specificata attività di recupero funzionale. Vogliamo un impegno preciso della giunta e del Consiglio regionale per il mantenimento di medicina generale, ortopedia, traumatologia e soprattutto dei reparti di cura dell’osteomielite. Su quest’ultimo aspetto è calato un silenzio tombale ed è singolare poiché si tratta del settore sanitario più qualificato che ha caratterizzato l’ospedale di Cortina negli ultimi 14 anni.

Il rischio concreto che la Regione vanifichi sforzi, investimenti ed esperienze consolidate in decenni di lavoro per quella che appare una semplice operazione di tagli economici alla sanità è reale. Non comprendiamo, tuttavia, come Zaia potrà giustificare lo smantellamento di una struttura che funziona, con professionalità riconosciute anche all’esterno del sistema sanitario veneto, tanto da attrarre migliaia di pazienti dalle altre regioni, quando il governo centrale ha aumentato di due miliardi il Fondo sanitario nazionale.

Non accetteremo passivamente il disfacimento della sanità ampezzana. Bisogna dare continuità contrattuale ai lavoratori, ma per farlo la sola riabilitazione funzionale non è sufficiente. L’Usl deve essere messa nelle condizioni di avere la piena disponibilità delle strutture e delle attrezzature – il che significa risolvere quanto prima il nodo dell’attuale società – e soprattutto serve un progetto di rilancio sotto il profilo sanitario che però non può attendere i 18 mesi necessari alla Regione a bandire una nuova gara.

 


Cortina d’Ampezzo, 14 Aprile 2017