Disposizioni a sostegno dei comuni per lo sblocco dei pagamenti a favore delle imprese in deroga al patto di stabilità interno

La presente proposta di legge si prefigge di sbloccare i pagamenti a favore delle imprese autorizzando i comuni al pagamento dei residui passivi in conto capitale entro il limite delle giacenze di cassa, ottemperando ad obblighi già assunti con opere progettate o già cantierate, favorendo l’occupazione e sostenendo la domanda interna.

Patto di stabilità e pagamenti

I comuni negli ultimi 5 anni hanno realizzato un percorso di risanamento finanziario che non ha eguali nella pubblica amministrazione. Nel quinquennio 2007-2011 il saldo di bilancio della Pubblica Amministrazione è peggiorato di quasi 37 miliardi di euro, nello stesso periodo il bilancio aggregato del comparto comunale ha registrato un miglioramento di 850 milioni di euro. I comuni hanno azzerato il proprio deficit, forniscono saldi positivi alla finanza pubblica, cioè spazi finanziari che migliorano i conti di tutta la pubblica amministrazione: per l’anno 2013 di ben 4 miliardi e mezzo.
Tutto ciò si è realizzato con un grande sforzo sul versante della spesa: la spesa corrente è stata tenuta sotto controllo in termini reali, mentre la spesa in conto capitale ha subito una contrazione del 22,9% nel quinquennio 2007-2011.
I costi per il paese: blocco degli investimenti, graduale riduzione dei servizi ed un aumento della pressione fiscale locale finalizzato a risanare la finanza pubblica complessiva invece che a finanziare le politiche dei comuni.
In sintesi i comuni presentano un avanzo di bilancio, a legislazione vigente ormai strutturale di 4 miliardi e 500 milioni di euro, hanno subito in soli 3 anni la riduzione delle assegnazioni statali di 6 miliardi e 450 milioni.
La situazione è ormai giunta ad un livello di insostenibilità tale che se non vengono trovate soluzioni in tempi rapidi si rischia il collasso del comparto.
Una possibile soluzione da adottare nel brevissimo periodo potrebbe essere la riduzione della manovra proporzionato ai 13 miliardi di giacenze di cassa dei comuni che coincidono ad una percentuale del 26 per cento dei residui passivi e che comporterebbe un peggioramento del deficit per un solo anno, senza effetti negativi stabili sulla finanza pubblica.
Altro obiettivo di breve periodo da raggiungere è il passaggio dall’avanzo al pareggio di bilancio, per arrivare alla regola stabile di golden rule, che comporti equilibrio di parte corrente e limite all’indebitamento, in modi di consentire una equilibrata politica di investimenti.
L’effetto combinato delle due misura provoca effetti positivi sull’economia reale molto evidenti: 18 miliardi di pagamenti alle imprese.
*La spesa che viene liberata equivale al contributo che i Comuni danno allo Stato in termini di avanzo di bilancio attraverso il Patto. Il valore non comprende lo sgravio ottenuto con il Patto verticale incentivato (720 milioni di euro) e con il Patto verticale non incentivato. L’obiettivo 2013 è calcolato al lordo della virtuosità, che dovrebbe far scendere l’obiettivo di Patto dei Comuni ad un valore di 4.320 milioni di euro.

Art. 1
Per l’anno 2013 i comuni possono, in deroga agli obiettivi fissati dal patto di stabilità interno, procedere ai pagamenti in conto capitale nel limite massimo del 26 per cento dei residui passivi in conto capitale, come registrati nell’ultima annualità delle certificazioni al rendiconto di bilancio acquisita dal Ministero dell’interno ai sensi dell’articolo 161 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.


TESTO MOZIONE
La Camera dei Deputati, Premesso che
– Vi è’ l’assoluta necessità ed urgenza di adottare misure volte a rendere possibile lo sblocco dei pagamenti dovuti dalle PA e che tali misure sono divenute ormai improcrastinabili;
– Il contesto economico, produttivo, occupazionale e sociale del nostro Paese presenta indici di costante e allarmante peggioramento che evidenziano uno stato di recessione che colpisce gravemente famiglie e sistema produttivo.
– I dati indicano e manifestano un complessivo processo di arretramento non più congiunturale, ma strutturale del sistema economico e produttivo del nostro Paese con gravissime ripercussioni sul fronte occupazionale e sulla tenuta della coesione sociale.
– e’ indispensabile mettere da subito in atto misure concrete e d i effetto immediato per rilanciare la crescita e sostenere l’occupazione
– La crescente preoccupazione circa un ulteriore aggravarsi dell’andamento economico ed occupazionale è diffusa ed unanime fra le forze economiche e sociali e in particolare l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha ribadito con forza l’esigenza di provvedimenti urgenti che consentano al sistema delle autonomie locali di attivare diffuse politiche anti cicliche;
– Il sistema dei Comuni è indubbiamente il livello istituzionale più esposto sia sul versante dell’impoverimento dei nuclei familiari e delle relative richieste di sostegno ed intervento sociale, sia sul versante del sistema produttivo ed in particolare in relazione alla drastica riduzione degli investimenti pubblici e della difficoltà di effettuare i pagamenti conseguenti ad obbligazioni contrattuali assunte.
– Il contributo del sistema dei Comuni al risanamento finanziario e della spesa pubblica complessiva è un dato acclarato e per il solo 2013 i comuni migliorano i conti di tutta la PA con un avanzo di comparto di ben 4 miliardi e mezzo.
– La spesa corrente del sistema dei Comuni è sotto controllo in termini reali e sul versante delle entrate i comuni hanno subito in soli 3 anni una riduzione di risorse pari a 6 miliardi e 450 milioni, mentre la spesa in conto capitale ha subito una contrazione nel periodo 2007-2011 pari al 22,9%.
– Il sistema dei Comuni ha risorse pari a 9 miliardi circa da utilizzare per pagamenti alle imprese che sono sospesi a causa dei vincoli derivanti dal PSI e che allo stesso tempo vige un corredo normativo che obbligherebbe gli stessi comuni a pagare entro 60 giorni.
– Le misure adottate dal Governo per sbloccare i pagamenti attraverso i meccanismi della certificazione sono risultati di complessa attuazione e allo stato inefficaci e necessiterebbero pertanto di correzioni.
– Le forze politiche con atti parlamentari a più riprese e da ultimo nei programmi elettorali hanno riconosciuto l’urgenza e la necessità di allentare i vincoli del PSI per i Comuni.
La commissione europea ha inviato una lettera al governo italiano con la quale ha comunicato la volontà della commissione di voler
acconsentire alla realizzazione di un piano di “smaltimento” dei debiti della PA nei confronti delle imprese senza che i predetti pagamenti siano considerati ai fini del raggiungimento degli obiettivi del patto di stabilità interno
i comuni hanno un elevato numero di residui passivi relativi alla impossibilità di far fronte ai pagamenti dei contratti per la realizzazione delle opere
– la lacunosa e contraddittoria formulazione del l’obbligo, entrò il 31 marzo 2013, per i comuni con meno di 5000 abitanti di attivazione della centrale unica di committenza con termini difformi da quelli previsti per la gestione associata obbligatoria delle funzioni fondamentali, rischia di determinare un ulteriore elemento di blocco degli investimenti per questi comuni
impegna il Governo
1- ad adottare misure urgenti che consentano di sbloccare, sottraendoli ai vincoli del patto di stabilità’ interno i pagamenti dei Comuni per un importo pari a circa 9 miliardi da impegnare per spese in investimenti e di prevedere un piano di smaltimento di tutti i residui passivi in linea con quanto verrà previsto per le altre pubbliche amministrazioni;
2- a rivedere le regole del Patto di stabilità interno prevedendo il Pareggio di parte corrente al fine di consentire la ripresa degli investimenti dei Comuni
3- escludere l’estensione del Patto ai Comuni con meno di 5000 abitanti.


PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa dei Deputati
RUGHETTI, FAMIGLIETTI, DE MENECH, BONIFAZI, GUERINI, GUERRA, LEGNINI, LOTTI, MAGORNO, NARDELLA, PASTORINO, RICHETTI, BORGHI, BOSCHI, FRAGOMELI