Quali iniziative i Ministri degli Esteri e della Giustizia abbiano hanno in atto o intendano promuovere per accertare le reali dinamiche che hanno portato all'arresto, oltre che dei nostri connazionali ad oggi rilasciati, di Fabio Vettorel che si trova ancora, dopo quattro mesi, detenuto in regime di custodia cautelare in un carcere vicino ad Amburgo in palese contrasto con quanto auspicato dalla decisione quadro dell’Unione Europea del 2009 e dal successivo Libro Verde della Commissione europea?.
L'ho chiesto in un’interpellanza depositata in Parlamento giovedì scorso. La richiesta fa seguito all’interrogazione al ministro deli Esteri che ho presentato a settembre.
Come noto il giovane bellunese è stato arrestato il 7 luglio scorso insieme ad altri sei ragazzi italiani durante una manifestazione per il G20. Tutti gli altri sono stati rilasciati mentre Vettorel è ancora in carcere. L’accusa iniziale contro Vettorel era di disturbo alla quiete pubblica, ma il 21 settembre è stata formalizzata quella definitiva, che aggiungeva il tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi e resistenza a pubblico ufficiale.
Ad oggi non ci sono testimoni che dichiarino di avere visto Vettorel commettere un reato durante la manifestazione. Esiste un video degli scontri della mattina del 7 luglio, ma in questo video lui compare solo ai margini del corteo. I cinque testimoni dell’accusa, cinque poliziotti che hanno reso testimonianza al processo, non avrebbero mai visto Fabio e comunque ci sarebbero testimonianze fortemente contraddittorie come quelle relative al lancio di 15 pietre dal lato del corteo dove stava Fabio, circostanza che però non è stata confermata da altri poliziotti.
Le ultime notizie sulla negazione della libertà vigilata a Fabio, ci restituiscono un quadro fosco. O c’è qualcosa che la giustizia tedesca ci tiene nascosto oppure siamo di fronte a un crudele accanimento.
Belluno, 19 Novembre 2017