Riforma della Pubblica amministrazione: riordino delle partecipate

Lunedì 22 febbraio il sottosegretario Rughetti incontra sindaci e rappresentanti delle società

La stagione delle riforme, avviata due anni fa dal governo Renzi, sta introducendo una serie di cambiamenti strutturali all’architettura istituzionale e nei rapporti che regolano le relazioni tra cittadini e lo stato.

Dopo decenni di immobilismo, abbiamo avuto il coraggio e l’autorevolezza per rivedere la costituzione e abbiamo varato una riforma della pubblica amministrazione che rende più snello lo stato, semplifica il rapporto con i cittadini e ne amplia i diritti.

Ora il governo sta entrando nel dettaglio della gestione dei servizi pubblici. A livello centrale i tagli ai ministeri hanno raggiunto circa 10,6 miliardi nel periodo 2014-2017. Sul territorio, fermati i tagli ai bilanci degli enti locali, è stato sbloccato il patto di stabilità per alcune voci come l’edilizia scolastica. 

Rimane tuttavia il nodo delle società partecipate dagli enti pubblici. E’ un sistema talmente articolato e complesso che nessuno in realtà ne conosce il numero esatto. Di sicuro sono più di 10 mila in tutta la penisola e poche brillano per virtù dal punto di vista finanziario, appesantendo i bilanci di Comuni, Province e Regioni e, di conseguenza, contribuiscono a mantenere alta la pressione fiscale.

Rivedere l’intero impianto di erogazione dei servizi pubblici, non è solo un’esigenza data dalla revisione della spesa. L’impegno del governo è di rendere più efficienti ed efficaci i servizi per cittadini e imprese e al contempo aumentare la competitività delle società multiutility. Il che non significa automaticamente privatizzazione dei servizi, ma per renderli più puntuali, flessibili, adatti alle attuali esigenze e meno onerosi per il contribuente è chiaro che una riorganizzazione dell’intero comparto non sia più rinviabile.

Per gli enti locali si aprono numerose opportunità. Certo, bisogna ridefinire gli ambiti ottimali, ridurre i centri di costo, ottimizzare le risorse, sfruttare in modo intensivo le nuove tecnologie e, dove possibile, orientare anche l’economia di derivazione pubblica alla sharing economy, giusto per individuare il carico di lavoro che ci aspetta. Ma sarà un processo che potrà essere guidato dagli amministratori locali e modulato sulle esigenze dei singoli territori, oppure, in caso di inerzia, verrà calato dall’alto e in tal caso dovremo prendere atto della riforma così come verrà disegnata a Roma o a Venezia. 

Sono convinto che i nostri amministratori, siano in grado di gestire al meglio questa partita. Nell’ultimo decennio c’è stata una maturazione della classe dirigente bellunese, la determinazione e l’impegno messo per superare i campanilismi nella fusione dei Comuni ne è lo specchio esatto. Come pure c’è stato un salto di qualità nella gestione dei Fondi destinati ai comuni di confine, con la presa di coscienza collettiva della necessità di impiegare la quota maggioritaria di queste risorse per azioni strategiche con ricadute sull’intero territorio. Anche sulle società partecipate e sui servizi pubblici, sono ottimista che i Bellunesi sapranno interpretare positivamente la riforma e abbandonare quel conservatorismo che non porta ad alcun risultato concreto.

La riforma della pubblica amministrazione e il futuro delle società partecipate sono l’argomento di discussione della riunione con il sottosegretario alla PA, Angelo Rughetti, in programma lunedì 22 febbraio alle ore 17 nella sala Affreschi di palazzo Piloni a Belluno. All’incontro sono invitati sindaci, amministratori, componenti delle strutture tecniche dei comuni e rappresentanti delle società partecipate bellunesi. 

 

VOLANTINO-rughetti

Belluno, 20 Febbraio 2016