5S e Lega sono alleati, provino a risolvere i problemi e a governare

  

Lo scontro di questi giorni sulla Pedemontana mi sembra una gigantesca presa in giro, forse ancora più grande dell’opera stessa.
 
La lotta a colpi di comunicati stampa tra il Movimento 5 Stelle, la Lega e la giunta regionale è surreale. Stanno tutti dalla stessa parte, sono alleati di governo. Beh, governino se ci riescono, cioè esercitino il potere di prendere le decisioni che a ciascuno spettano secondo il mandato ricevuto. Gli manca forse il tempo di fare una riunione e decidere come procedere sulla Pedemontana? Toninelli, Zaia, Salvini e Berti non si sono scambiati i numeri di telefono? Poiché questa situazione ha dell’incredibile – e infatti nessuno ci crede – forse le cose stanno in maniera un po’ diversa rispetto alla tragicomica rappresentazione in cui i tre soggetti coinvolti recitano tutte le parti in commedia.
 
I punti fermi sono: a) la costruzione dell’opera non si può fermare, non certo per mano del Ministero delle Infrastrutture perché la partita è stata fin dall’inizio, cioè dal 2004, in mano alla Regione Veneto e la Regione è il concedente. La Regione potrebbe teoricamente bloccare la costruzione, ma andrebbe incontro a penali miliardarie nei confronti del concessionario, la SIS, con conseguenze devastanti per i bilanci regionali da qui ai prossimi venti anni; b) il terzo atto aggiuntivo siglato tra Regione e SIS corregge leggermente l’impegno finanziario della Regione nel caso le stime di traffico e quindi i ricavi da pedaggio, fossero stati troppo ottimisti. Certo, l’impegno economico rimane altissimo e, in teoria, si potrebbe ancora migliorare, ma il concessionario SIS ha un contratto blindato; c) è più facile imbrogliare le persone che convincerle di essere state imbrogliate. Non si spiegano altrimenti l’atteggiamento dei 5 Stelle che per anni hanno promesso di bloccare l’opera alimentando subdolamente le richieste e le speranze dei comitati e quello di Zaia costretto a fare un accordo economico svantaggioso per la Regione con il concessionario incaricato della costruzione, avremo come risultato l’autostrada più cara d’Italia con un pedaggio a chilometro di 0,16 centesimi (per fare un paragone sulla Brescia Padova il costo attuale è 0,07 centesimi) mentre al contempo afferma di aver salvato l’opera.
 
Invece di proporci stucchevoli tarantelle sui giornali con politici perennemente “di lotta e di governo”, provino a mettersi d’accordo e se davvero c’è la possibilità di migliorare le condizioni economiche per realizzare e gestire l’opera, Zaia, Berti e Toninelli trovino una soluzione. Questo ci aspettiamo da chi pretende di essere classe dirigente del Paese, non continui annunci e inconcludenti baruffe.
 

Treviso, 13 Ottobre 2018