Siamo orgogliosi di aver portato in Veneto cinque ministri, il presidente del consiglio Renzi e tanti esponenti di rilievo nazionale del Pd.
Il Pd deve crescere anche nella nostra regione di quella cultura di governo che ci permette di guidare il Paese. Una cultura che ci consenta di spiegare l’attività di governo meglio rispetto a come abbiamo fatto e ci permetta di influenzare l’azione del Parlamento e del governo stesso per renderla più efficace sul territorio.
Va detto, inoltre, che dobbiamo affrontare la linea del partito guardando al medio e lungo periodo, non alle prossime elezioni.
Per questo, rimango un forte sostenitore del processo di riforme avviato dal governo Renzi. Sono necessarie all’Italia e, per la prima volta nella storia repubblicana, sono ritagliate su molte delle richieste fatte dai corpi intermedi in Veneto. Dopo due decenni in cui la politica si è preoccupata di litigare e di continuare ad aumentare il debito pubblico, da un anno a questa parte sono state avviate riforme nei settori della scuola, del lavoro, della giustizia e dell’ordinamento statale. Gli effetti a breve termine sull’opinione pubblica di questo processo, possono anche essere negativi, ma sono convinto che daranno un vantaggio enorme nel medio e lungo periodo.
In questo contesto, il rapporto diretto con il governo è per il Veneto e per i suoi sistemi sociale ed economico un vantaggio che dobbiamo imparare a cogliere e valorizzare.
Padova, 22 Luglio 2015