Ancora in tempo, ma vedo difficoltà nonostante il governo abbia ereditato tutti gli strumenti per completare le opere
Temo che il Ministero delle infrastrutture stia rallentando i tempi. A essere sinceri, mi aspettavo maggiore concretezza dal vertice di Cortina sullo stato di avanzamento delle opere per i Mondiali del 2021.
Non ci nascondiamo che l’attuale ministro è un avversario fiero di qualsiasi opera e questo influenza a cascata tutta la struttura burocratica del dicastero. Del resto, se è l’Anas a dover fare pressioni sul ministero e non viceversa, come se la messa in sicurezza della statale di Alemagna fosse faccenda particolare della società e non interesse collettivo, sono comprensibili le resistenze che dobbiamo affrontare. Il governo attuale ha ereditato da quelli precedenti tutti gli strumenti finanziari e normativi per completare le opere entro la fine del 2020. Ci sono 242 milioni di euro per migliorare l’accessibilità a Cortina lungo le statali 51 di Alemagna e 52 Carnica, c’è un piano di lavori approvato, c’è un commissario straordinario per l’esecuzione delle opere e c’è un decreto che consente di alleggerire le procedure e dimezzare i tempi di autorizzazione.
C’è infine la possibilità di intervenire con decreto d’urgenza del consiglio dei Ministri, come ho chiesto espressamente al commissario.
Mi sarei aspettato che la maggioranza al governo a questo punto arrivasse rilanciando, cioè portasse altri 200-250 milioni di euro per la sistemazione della viabilità di tutto il Bellunese.
Il governo nazionale, così come la Regione Veneto, invece, sono arrivati a Cortina a mani vuote. Hanno dispensato ai sindaci e ai portatori di interesse qualche dichiarazione di maniera e la preoccupazione sulle difficoltà a terminare i lavori prima dell’avvio dei Mondiali. Non un gran risultato.
Anche sulla mobilità ferroviaria, la spinta data dai governi precedenti si è bloccata. Abbiamo raggiunto l’obiettivo dell’elettrificazione da Belluno verso la pianura, su entrambe le linee, ora bisognerebbe proseguire da Ponte nelle Alpi verso Calalzo, ma mi sembra di capire che i piani della Regione Veneto siano cambiati e quindi non si voglia investire nella realizzazione dell’anello ferroviario delle Dolomiti. In questo caso bisognerebbe avere il coraggio di dichiarare le proprie scelte al territorio.
Infine sulla riqualificazione delle stazioni c’è la nota positiva dei lavori per Calalzo. Era ora, ma mi chiedo che fine abbia fatto il piano di Rfi (1000 stazioni) sull’adeguamento delle piccole e medie stazioni grazie la quale tutte le stazioni bellunesi potrebbero diventare più facilmente accessibili con ascensori e l’innalzamento dei marciapiedi. Speriamo non sia finito nel dimenticatoio anche questo.
Belluno, 5 marzo 2019