Restano i nodi della responsabilità e dell’assicurazione

 

Con la nuova direttiva diramata dal ministero dell’Interno sono stati compiuti i primissimi passi per sburocratizzare le procedure previste dalla ‘circolare Gabrielli’ sulle manifestazioni pubbliche, ma rimangono aperte tre questioni di rilievo. 

La nuova formulazione rimanda in capo ai sindaci tutte le responsabilità di autorizzazione, anche quelle che dovrebbero essere di competenza nazionale come la sicurezza, con il rischio che i comuni applichino la direttiva in maniera non omogenea sul territorio nazionale. In secondo luogo, la responsabilità degli organizzatori rimane. L’unico modo per temperarla e bilanciarla è la formazione del personale volontario e l’assicurazione per danni a terzi. Per entrambe queste attività sono necessari consistenti contributi economici alle associazioni. Dobbiamo investire nella sicurezza e nella prevenzione formando il personale volontario non solo a espletare le procedure burocratiche, come i piani di sicurezza, ma anche a essere operativo in caso di necessità con attività di primo soccorso, antincendio e altre. L’assicurazione rimane comunque lo strumento principale per consentire agli organizzatori di manifestazioni e di eventi di non mettere a repentaglio il patrimonio dell’associazione o addirittura il loro personale per iniziative fatte nella stragrande maggioranza senza scopo di lucro e con l’unico obiettivo di animare le comunità locali.

La mozione presentata dal Pd, di cui sono primo frimatario, per salvaguardare lo svolgimento delle manifestazioni storiche, artistiche, culturali e agro-alimentari andava nella direzione della semplificazione, ma non solo. La richiesta di differenziare i grandi eventi dalle piccole iniziative locali era accompagnata dall’individuazione di risorse economiche adeguate a sostegno degli enti locali e i privati, per coprire i costi connessi alle esigenze di safety e di security, quindi di tutela del pubblico, ma anche degli stessi volontari che rendono possibili le manifestazioni.

È dunque necessario inserire la norma in un quadro nazionale, in modo da assicurare omogeneità su tutto il territorio e garantire quelle che sono l’espressione di tradizioni che rappresentano un patrimonio ricco e prezioso per il nostro Paese.


Roma, 19 Luglio 2018