Nessuno resterà a casa, ma i conservatori non possono pensare di bloccare tutto
Nessuno resterà a casa, ma le riforme avviate dal governo Renzi proseguono. Comprendo le difficoltà e le resistenze, ma i conservatori non possono pensare che la pubblica amministrazione sia intoccabile, anche perché i posti di lavoro vengono ampiamente salvaguardati.
Il governo ha deciso di trasformare le Province in un Parlamento in cui si confrontano idee contrapposte: Forza Italia e M5S volevano l’abolizione delle Province, la Lega sperava che non cambiasse nulla. Noi abbiamo deciso di cambiare questi enti di governo, ma chi pensava che stessimo scherzando ha capito male. Del resto, stiamo facendo quanto imprese e cittadini chiedevano da anni.
Il provvedimento può essere migliorato. Rispetto alla riduzione dei dipendenti, personalmente avrei preferito che il governo entrasse nel merito delle situazioni di ogni singola provincia. Sono certo che non è la stessa cosa tagliare il 50 per cento a Vicenza o a Salerno. E’ anche vero che due anni di tempo consentono alle diverse amministrazioni di portare alla luce i veri fabbisogni che mi auguro il governo saprà tenere in considerazione.
Nel nostro disegno Belluno è trattata in modo differente sia nella riforma Delrio sia nella legge di Stabilità.Nella riforma le province montane assumono un nuovo ruolo, nella legge di Stabilità, gli esuberi sono ridotti al 30 percento invece che al 50 e ci sono due anni per ricollocarli. Ora entrano in gioco altri attori fondamentali, i Comuni e le Regioni.
La partita vera è però sulle materie e sulle funzioni. Faccio due esempi: chi si occupa di turismo? Io dico che tocca alla Provincia di Belluno, quindi la Regione deve trasferire questa funzione con tutte le risorse economiche e il personale a Palazzo Piloni. I Centri per l’Impiego, al contrario, è già stato deciso che ritornino in capo allo Stato e dunque i dipendenti saranno pagati direttamente dal ministero competente.
Questo è l’unico modo di procedere per avere da un lato una pubblica amministrazione più efficiente e meno costosa, dall’altro per mantenere i servizi ai cittadini e alle imprese e i livelli occupazionali. Dobbiamo fare così, materia per materia, funzione per funzione e proseguire con la revisione della spesa che, lo ricordo, sta toccando prevalentemente le consulenze (diminuite del 60 per cento) e la spesa centrale dei ministeri.
Roma, 23 dicembre 2014