La riforma della Croce Rossa italiana va corretta urgentemente.
ll deputato bellunese Roger De Menech ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute per conoscere quali misure il governo intende adottare per risolvere i problemi dei comitati locali e provinciali della Croce Rossa oggi “abbandonati a se stessi, privi di coordinamento e direttive”.
La riorganizzazione avviata dal governo Berlusconi (legge 4 novembre 2010 n. 183) ha trasformato la Croce Rossa da ente pubblico ad associazione privata a partire dal 1 gennaio 2014. Il provvedimento, riassume De Menech, “ha evidenziato una serie di problemi”. Oltre alle criticità generali – quali lo status giuridico, l’erogazione dei fondi, la responsabilità civile e patrimoniale – la parte periferica della Croce Rossa Italiana vive, in questo momento una criticità totale, in quanto nulla è stato fatto per organizzare la transizione da ente pubblico ad associazione privata.
“In questa confusione”, ricorda il parlamentare bellunese, “i comitati periferici della CRI sono stati abbandonati, lasciati a se stessi senza istruzioni, disposizioni, informazioni, direttive, tanto che oggi in Italia ci sono tante Croci Rosse quanti sono i comitati locali e provinciali esistenti, ovverossia 600”. Di colpo, è stato cancellato uno dei principi fondamentali della Croce Rossa: quello di Unità. “Pensare di coordinare seicento comitati indipendenti, specie in caso di emergenza, è un sogno. Anche l’attività ordinaria della Croce Rossa è messa fortemente a rischio”.
Nell’interrogazione, De Meneche chiede “se il Governo sia a conoscenza della drammatica situazione in cui versano attualmente i comitati locali e provinciali della Croce Rossa e, quali misure urgenti, intenda adottare al fine di salvaguardare, pur nel rispetto del riordino della CRI, il futuro della stessa CRI sempre più al servizio delle persone vulnerabili”.