i litigi del governo servono a mascherare il nulla

 

«È la ferrovia a garantire lo sviluppo del territorio, la sostenibilità ambientale dei trasporti, dell’economia e del turismo in provincia di Belluno e in tutta l’aerea delle Dolomiti». Il portavoce del Partito democratico bellunese, Ernesto Reolon, interviene per condannare «la superficialità con cui la maggioranza di governo sta affrontando le questioni infrastrutturali. E i suoi esponenti eletti qui, in Regione e al Parlamento, stanno offrendo il peggio della politica politicante».

Il modello di sviluppo pensato dal centrosinistra e dal Partito democratico, continua Reolon, «è inserito nel programma portato avanti dall’ex ministro Graziano Delrio e si chiama “cura del ferro”. Prevede il potenziamento della ferrovia attuale, infatti sono arrivate le risorse per l’elettrificazione tra Conegliano e Belluno e tra Belluno e Castelfranco Veneto, di cui tutti possono vedere i cantieri in corso. Inoltre prevede lo sbocco a nord e a ovest con i collegamenti tra Calalzo e Dobbiaco via Cortina e tra Feltre e Primolano». 

La progettazione del cosiddetto anello alto delle Dolomiti, ricorda il deputato bellunese Roger De Menech, «è stata finanziata con il Fondo Comuni Confinanti che ha stanziato 400 mila euro per gli studi di fattibilità. Purtroppo la Regione Veneto sta insabbiando il progetto e dopo tre anni, oggi non registriamo alcun passo avanti».

«Prima bloccano la ferrovia, poi ripropongono l’autostrada», incalza Reolon, «dando tra l’altro vita a una polemica surreale tra partiti che hanno scelto di formare un governo insieme. Un esecutivo formato da politici che da una parte non vogliono nessuna opera pubblica e dall’altra continuano a cambiare idee e obiettivi».

«L’unico obiettivo», dice Reolon, «sembra quello di non fare nulla. Il risultato di tanti litigi e tanti ritardi sarà un bello zero tondo e, come spesso accade in questi casi, le ricadute saranno sui Bellunesi».

Il collegamento ferroviario, conclude De Menech, «completerebbe alla perfezione il progetto Unesco, unendo i siti delle Dolomiti e di Venezia e sarebbe una svolta anche per gli spostamenti interni e verso la pianura di chi abita nelle terre alte e oggi non ha alcuna alternativa reale al mezzo privato».

 


Belluno, 20 gennaio 2019