Il Decreto cita tra gli indirizzi di studio dei percorsi di istruzione professionale: Servizi per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura. L'individuazione di un generico settore Agricoltura non consente però di rappresentare le reali esigenze sia del settore agroalimentare che forestale.
Operando in un contesto come quello italiano, caratterizzato da fenomeni di dissesto idrogeologico e di abbandono della montagna, sarebbe auspicabile un indirizzo di Gestione delle risorse forestali e montane che recupera le competenze di una selvicoltura sostenibile e di una corretta gestione del territorio e delle sue risorse. Risulta altrettanto importante un indirizzo produzione, trasformazione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari che realizza una moderna formazione di filiera che mette in relazione la produzione e la trasformazione con gli aspetti legati alla commercializzazione e alla valorizzazione dei nostri prodotti agroalimentari, punto di forza del Made in Italy in tutto il mondo.
La questione è di interesse nazionale, ma diventa ancor più rilevante in realtà come la nostra. Negli anni sono molti gli investimenti fatti ad esempio all'Istituto Agrario di Feltre, fiore all'occhiello dell'Istruzione professionale bellunese e non solo, e di recente anche il Fondo comuni confinanti ha finanziato la sistemazione dell'azienda agricola scolastica con 2 mln di euro.
Interrogazione a risposta in Commissione
Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Per sapere – premesso che:
la legge 13 luglio 2015, n. 107 – Buona Scuola – prevedeva una delega al governo per la riforma dell'istruzione professionale;
nell'impianto generale della Riforma c'era il rilancio della formazione pratico-professionale e lo stretto collegamento fra mondo del lavoro e sistema dell'istruzione e della formazione professionale;
Il sistema dell'istruzione professionale ha la finalità di formare lo studente ad arti, mestieri e professioni strategici per l'economia del Paese per un saper fare di qualità comunemente denominato "Made in Italy", nonché di garantire che le competenze acquisite nei percorsi di istruzione professionale consentano una facile transizione nel mondo del lavoro e delle professioni.
La lettera a) all'art.3 del Decreto N.379 cita tra gli indirizzi di studio dei percorsi di istruzione professionale: Servizi per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura;
l'individuazione di un generico settore Agricoltura non consente di rappresentare le reali esigenze sia del settore agroalimentare che forestale;
non è previsto un percorso forestale e montano che faticosamente ed opportunamente aveva trovato posto nell'integrazione alla riforma della scuola secondaria approvata.
operando in un contesto come quello italiano, caratterizzato da fenomeni di dissesto idrogeologico e di abbandono della montagna, sarebbe auspicabile un indirizzo di Gestione delle risorse forestali e montane che recupera le competenze di una selvicoltura sostenibile e di una corretta gestione del territorio e delle sue risorse.
risulta altrettanto importante un indirizzo produzione, trasformazione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari che realizza una moderna formazione di filiera che mette in relazione la produzione e la trasformazione con gli aspetti legati alla commercializzazione e alla valorizzazione dei nostri prodotti agroalimentari, punto di forza del Made in Italy in tutto il mondo.
i percorsi di istruzione professionale rappresentano un elemento fondamentale per il settore agrario;
se il Ministro interessato ed il Governo intendano integrare il generico Settore agricoltura con l'attivazione dei due indirizzi specifici sopra specificati.
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DE MENECH
MALPEZZI
Belluno, 23 Gennaio 2017