Un altro strappo al tessuto industriale della provincia di Belluno: si addensano nuvoloni neri ancora una volta sullo stabilimento Ideal Standard di Trichiana.
Il Friuli, la regione a statuto speciale, avrebbe buttato «sul piatto» ingenti risorse finanziarie per scongiurare la ventilata chiusura dello stabilimento di Orcenigo. E pertanto l’intero piano industriale di Ideal Standard sarebbe rimesso in discussione.
E’ un colpo basso. Ma non demordo e mi sto già attivando affinché il piano industriale dell’Ideal Standard, con il quale venivano salvaguardati i posti di lavoro delle maestranze di Trichiana, non solo venga mantenuto ma che, nel contempo, vengano salvaguardati i posti di lavoro dei lavoratori dell’Ideal di Orcenigo nè quelli dello stabilimento di Roccasecca (Frosinone).
La situazione dell’Ideal Standard era stata presa in mano dal Mise (Ministero dello sviluppo economico) affinché vigilasse sulla trattativa e non ci fossero sedi privilegiate .
Mi trovo d’accordo con le posizioni dell’assessore veneto Donazzan (Pdl), che ha ribadito l’importanza di mantenere la continuità del gruppo Ideal Standard, senza però avvantaggiare un sito rispetto a un altro.
Ribadisco il mio pensiero: la gestione del problema va vista in un’ottica nazionale ed è anche ora che la provincia di Belluno cessi di essere una «Cenerentola» schiacciata da due regioni a statuto speciale (Friuli e Trentino Alto Adige) che hanno risorse di gran lunga superiori al Veneto.
L’azienda si era detta disposta a ragionare sulle alternative alla chiusura di uno stabilimento (quello di Orcenigo) ma di fronte ad un’offerta «indecente», i dirigenti dell’Ideal sono tentati di accettare la proposta del Friuli.
Capisco la posizione di Debora Serrachiani ma la presidente del Friuli credo sia d’accordo con il sottoscritto che la crisi colpisce tutta l’Italia e non ci debbono essere lavoratori di serie ‘B’ e lavoratori di serie ‘A’.