Penso alla compartecipazione del Veneto e di tutte le autonomie confinanti
Nessuno pensi di togliere ai territori di montagna quelle risorse indispensabili a ridurre il divario con le Province Autonome. Chiedo a tutti gli interlocutori coinvolti di non giocare sulla pelle di amministratori e cittadini. Se mai, bisogna incrementare i finanziamenti e includere nel progetto tutte le autonomie confinanti con il Veneto. E’ l’unica strada per mettere in sicurezza i confini e rispondere fino in fondo alle esigenze della montagna e del Bellunese in primo luogo.
Ricordo a me stesso e al ministro Costa che abbiamo trovato un fondo dormiente, del tutto inutilizzato e con un bel lavoro di squadra il governo Renzi, le Regioni e le Province Autonome ci siamo fatti carico di coordinare il fondo, di siglare una nuova intesa e di renderla operativa. Dopo 18 mesi i risultati dicono che siamo riusciti a distribuire oltre 25 milioni pregressi, che tutti i progetti fermi sono partiti e che per il presente e il futuro abbiamo reindirizzato il fondo con caratteristiche strategiche.
Se l’intento è di costruire opportunità di finanziamento più larghe e diffuse a favore della montagna veneta, io sono d’accordo. Allargare lo spettro d’azione dei fondi è stato un mio punto cardine da quando sono diventato presidente del Comitato. Tanto è vero che, nel riscrivere l’intesa nel 2014, abbiamo stabilito che la parte più consistente delle risorse fosse utilizzata per attività con ricadute dirette non solo sui comuni di confine ma su tutte le aree in cui insistono. Ora, non vedo alcuna utilità nell’alimentare frizioni e contrapposizioni tra i Comuni che vivono la medesima condizione all’interno della montagna veneta. Ritengo urgente, invece, ridefinire responsabilmente la compartecipazione ai fondi di riequilibrio, includendo nel progetto la Regione Veneto e tutte le autonomie confinanti con la nostra regione.
Belluno, 23 Marzo 2016