La verità è che nessuno vuole prendersi la responsabilità dell’imminente aumento dell’Iva al 25 per cento. Non Salvini, non Di Maio, ma neppure i deputati e i senatori di Lega e Movimento 5 Stelle.

Da mesi l’Italia è bloccata su polemiche e scontri che nulla hanno a che vedere con il Paese reale, con la vita e il lavoro delle persone in carne ed ossa. Assistiamo a scontri, bisticci e ad una retorica arzigogolata, che ricorda da vicino il teatrino del pentapartito degli anni Ottanta. In aggiunta, il Parlamento non riesce a controbilanciare l’impasse delle forze di governo, su cui va ripartita equamente la mancanza di responsabilità. È svuotato delle proprie funzioni e svilito, tra decretazione d’urgenza e voti di fiducia. C’è un deperimento democratico, come ha sottolineato magistralmente stamattina in un’intervista al Manifesto l’ex ministro Rino Formica, che tocca tutte le istituzioni: il governo non c’è e al suo posto ci sono tribù che occupano posizioni un tempo di governo.

Lo stesso presidente del Consiglio dei ministri non si capisce che ruolo realmente abbia se arbitro di un contratto civilistico (e non politico, questo va sottolineato) oppure di controfigura messa lì per fare da parafulmine. E sono in crisi anche i sindacati, i corpi dello Stato, tra cui le forze dell’ordine divise tra pro e contro Salvini, l’informazione e la magistratura. In questo quadro, è chiaro che nessuno abbia non solo la capacità politica, ma neppure la volontà di prendersi la responsabilità di non aver fatto nulla per evitare quell’autentica sciagura che sarà l’aumento dell’Iva. Altro che flat tax, con o senza questo governo, pagheremo caro e pagheremo di più, molto di più di prima.

 


Belluno, 8 Agosto 2019