Al lavoro per includere il Governo, Belluno e Trento, Intanto con 60-80 milioni di euro è possibile elettrificare l’anello Castelfranco-Belluno-Conegliano

 

Per un reale sviluppo della ferrovia serve un protocollo di intesa più ambizioso per soddisfare le esigenze di tutto il territorio e guardare concretamente al presente oltre che al futuro. Ci sono azioni da avviare subito e altre che richiedono più tempo.

Per intervenire concretamente sullo stato attuale servono 60-80 milioni di euro per elettrificare le linee da Castelfranco a Belluno e da Belluno a Conegliano, completando così l’anello oggi interrotto dai differenti modi di trazione. Il progetto ha il sostegno del governo, ne ho parlato nei giorni scorsi con il ministro Graziano Delrio. Gli adeguamenti delle linee ferroviarie sono stati previsti anche dalla legge di Stabilità 2016 che ha potenziato i trasferimenti a Rfi per questo capitolo di spesa.

Sul futuro e sullo sviluppo della rete ferroviaria nelle Dolomiti, sollecito un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Il giudizio sull’accordo tra la Regione Veneto e la Provincia di Bolzano rimane favorevole, perché ha riportato il tema della ferrovia all’attenzione del pubblico. Comunque credo serva maggiore coraggio per mettere insieme tutti i soggetti. Tra questi la Provincia di Belluno sul cui territorio insistono le ferrovie attuali e parte di quelle future; la Provincia di Trento con cui bisognerà concordare il collegamento a sud con la linea della Valsugana che sarà a breve potenziata. E naturalmente il governo, perché per opere di questa importanza, lo Stato è il primo riferimento, anche per poter reperire i finanziamenti necessari.

Di una nuova intesa quadro sullo sviluppo ferroviario che includa Governo, Regione Veneto, Province di Belluno, Trento e Bolzano, ne ho parlato nei giorni scorsi sia con il presidente di Trento, Ugo Rossi, sia con il ministro Delrio: Da parte di tutti c’è la volontà di lavorare al progetto e di accelerare i tempi per quanto possibile. Siamo tutti convinti che di fronte alla possibilità di servire le Dolomiti patrimonio dell’Umanità con una ferrovia veloce, moderna e anche attrattiva sotto il profilo turistico, piantare le bandierine non serva a nulla.

Belluno, 9 Gennaio 2016