Contratti di lavoro più incerti, costosi e penalizzanti per imprese e lavoratori.
Il ddl Di Maio così come è congegnato irrigidisce i rapporti tra lavoratori e aziende con un meccanismo peerverso in cui tutti i soggetti perdono qualcosa e nessuno ci guadagna.
Scorro il flusso continuo di email e messaggi che mi continuano ad arrivare da artigiani, imprenditori, associazioni di categoria, singoli lavoratori preoccupati del loro futuro. Sono giorni intensi, in Veneto cresce la consapevolezza che la misura proposta dal governo è profondamente sbagliata, dannosa per chi offre lavoro e pericolosa per chi sperava di stabilizzare il contratto a tempo determinato. Se la maggioranza non accetta di cambiare il decreto, almeno il 22 per cento di contratti a tempo determinato non sarà rinnovato. In un momento come questo, con una frenata dell’economia, servono misure per consolidare la crescita, invece si aumentano le rigidità e si moltiplicano le incertezze. L’unico risultato è la riduzione delle opportunità di lavoro e della competitività del sistema imprenditoriale. Senza contare che un provvedimento di stampo ideologico porta a dirottare eventuali investimenti verso paesi limitrofi, come la Slovenia o l’Austria, che offrono un contesto economico, sociale e creditizio maggiormente attrattivo.
Roma, 02 Agosto 2018