La Regione accentra tutte le deleghe. Umiliato l’ottimo modello costruito in provincia di Belluno

 

A Venezia, la Regione ha fatto ieri una sonora pernacchia ai bellunesi e al loro referendum per l’autonomia della Provincia. La nuova legge con il riordino delle competenze in materia di caccia e pesca, sarebbe da chiamare ‘spoglio’ di qualsivoglia forma di autonomia delle autonomie locali. Un’operazione che tradisce il referendum bellunese del 22 ottobre, è contro la legge 25 del 2014 ideata da Sergio Reolon e dal Pd e votata da tutto il consiglio regionale di allora e dimostra ancora una volta che la maggioranza leghista è autonomista con Roma e centralista con i suoi territori.

Nel dettaglio, la nuova legge porta da Belluno a Venezia il potere di regolamentare e, di conseguenza, di gestire caccia e pesca. Ci tolgono tutte le funzioni che avevamo dall’inizio degli anni Novanta e sulle quali avevamo sedimentato un’esperienza e una competenza trentennale stabilendo relazioni con la comunità scientifica e responsabilizzando il mondo venatorio. Eravamo diventati un modello studiato in molte altre zone d’Italia, dal Piemonte all’Abruzzo. Ora quel modello è stato preso a calci e distrutto dalla Regione. Sono arrivato a tal punto di dettaglio nell’esautorare la Provincia di Belluno in materia che persino gli esami di abilitazione a cacciatori e pescatori saranno fatti da commissioni composte e controllate dalla burocrazia regionale, cioè da personale che non si è mai occupato di caccia né pesca non ha la cultura necessaria per farlo e non ha idea della complessità e degli equilibri che abbiamo costruito in questi anni. Non sarei sorpreso se fin dalla prossima stagione venatoria le nostre valli fossero prese d’assalto da cacciatori provenienti dalla pianura e che hanno tutt’altra sensibilità e approccio rispetto ai bellunesi.

Le uniche deleghe che rimangono sul territorio sono quelle dei controlli e delle sanzioni che verranno sempre tolte alla Provincia, ma affidate ai Comuni: A prima vista sembra una legge scritta dalla stanza di un manicomio, in realtà è il vecchio trucchetto del poliziotto buono e di quello cattivo. La Regione ovviamente rappresenterà il volto positivo con il rilascio di migliaia di permessi ai cacciatori per garantire la libertà venatoria in tutto il Veneto, mentre le attività di controllo e sanzionatorie toccano ai comuni. In sintesi la giunta regionale avrà tutti i vantaggi derivati dal consenso, mentre il poliziotto brutto e cattivo dovrebbero farlo i sindaci. Come al solito, piange constatare come gli interessi bellunesi ancora una volta non siano stati neppure rappresentati in giunta regionale, mentre in Consiglio il gruppo del Pd è riuscito a riunire tutte le minoranze sulla posizione di difesa della Provincia di Belluno.

 


Belluno, 02 Agosto 2018