Interrogazione al Mise e all’Interno: Le reti hanno funzioni pubbliche per la sicurezza e per garantire i servizi

  

Il Ministero per lo Sviluppo Economico deve togliere immediatamente la tassa applicata ai Comuni che gestiscono una rete di dati. Ho presentato un’interrogazione al Mise e al Ministro dell’Interno per chiedere di eliminare la tassa che l’Agenzia delle Entrate sta imponendo di riscuotere a tutti gli enti, tra cui i Comuni, che per fornire servizi pubblici hanno creato una propria rete informatica.

Sembra paradossale, molti Comuni veneti e bellunesi stanno ricevendo le cartelle dell’Agenzia delle Entrate. Sono Comuni che in passato hanno anticipato l’intervento statale di costruzione della rete, investendo risorse proprie e hanno realizzato collegamenti in fibra per collegare uffici comunali, biblioteche, scuole, uffici di relazioni con il pubblico e, in molti casi per attivare sistemi di videosorveglianza.

Secondo il Ministero, queste reti, anche se a uso pubblico e utilizzate per funzioni e servizi pubblici, sono equiparate a quelle private e quindi soggette, oltre che all’autorizzazione e alla comunicazione anche al pagamento di una tassa. Con la differenza che un gestore di telefonia vende i propri servizi sul mercato, mentre un comune offre servizi universali a cittadini, imprese e associazioni. Per il Mise non c’è distinzione e questo mi sembra assurdo, anche perché si tratta di enti che hanno anticipato di tasca propria gli interventi pubblici fatti solo negli ultimi tre anni.

Il piano per portare la banda larga in tutte le zone a fallimento di mercato in Italia, infatti è stato varato nel 2016. Per il Veneto sono stati investiti circa 300 milioni di euro, di cui 32 per il Bellunese. I lavori per la stesura dei cavi sono in corso.

Infine, i dati del 2017 danno un quadro positivo sulla sicurezza, anche grazie all’impegno delle amministrazioni che hanno investito in sistemi di controllo e di sorveglianza a distanza, senza attendere l’intervento dello Stato. Penalizzarli con una tassa come se fossero dei privati sul mercato, mi sembra un’autentica beffa.

Con l’interrogazione, ho chiesto inoltre di eliminare l’autorizzazione prevista dal Codice delle Comunicazioni elettroniche e di chiarire una volta per sempre che le reti di trasmissione elettronica dei Comuni hanno funzioni pubbliche.


Roma, 24 Ottobre 2018