Il ministro Stefani (Lega) smentisce Zaia e il Consiglio regionale
L’autonomia veneta non potrà contare sui nove decimi delle tasse. Dal ministro degli affari regionali, la leghista Erika Stefani, arriva una doccia fredda per la giunta regionale e il suo presidente.
Sulla questione il ministro non poteva essere più chiaro. Questa mattina la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha svolto le audizioni preparatorie al percorso che dovrà portare al trasferimento di materie, funzioni e risorse alle regioni che ne hanno fatto richiesta. Ho esplicitamente chiesto al ministro Stefani se il Veneto avrebbe potuto contare sui nove decimi della fiscalità recuperata in regione, come previsto dalla legge regionale 155 del 15 novembre 2017. La risposta non solo è stata palesemente negativa, ma il ministro ha assicurato che il costo dell’autonomia del Veneto per lo Stato sarà a saldo zero. Il che significa che non ci sarà alcun recupero di risorse economiche dal residuo fiscale. Ho posto un’ulteriore domanda proprio per assicurarmi di aver capito bene e cioè che il residuo fiscale prodotto in Veneto continuerà a essere introitato dallo Stato a favore della spesa nazionale, ma il ministro ha glissato l’argomento.
La legge 155, votata dal Consiglio regionale meno di un anno fa dopo il referendum consultivo, all’articolo 2 dichiarava l’attribuzione di quote di compartecipazione ai tributi erariali riscossi in Veneto pari ai nove decimi del gettito Irpef, Ires e Iva, cioè le imposte sul reddito delle persone fisiche, delle imprese e sui beni e servizi di consumo. Una legge fragorosamente smentita dal ministro della Lega, Erika Stefani.
Roma, 18 Settembre 2018