Lega e 5 Stelle hanno interessi divergenti. Uniti solo per il potere

 

L’autonomia differenziata delle regioni? Gli annunci trionfanti dei presidenti di Regioni, in primo luogo quelli leghisti, sono andati a sbattere contro il muro 5 Stelle. Dopo le dichiarazioni di Barbara Lezzi, il governo deve venire a riferire in Prima Commissione alla Camera sul tema. Domani mattina presenterò una richiesta formale in tal senso.

Ennesima frattura tra le due forze politiche al governo. Dopo le questioni sui migranti e sulle infrastrutture, man mano che ci avviciniamo all’autunno e quindi alla redazione della legge di bilancio, vengono allo scoperto le differenze sostanziali tra Lega e Movimento 5 Stelle. Il partito di Salvini è pronto a utilizzare in modo strumentale qualsiasi argomento pur di mantenere le mani sul potere, come appunto l’autonomia sbandierata per alzare la pressione sui governi del Pd. Ma guai a farla diventare un progetto reale, perché subito i 5 Stelle arrivano a battere cassa per avere più soldi per il sud.

Riproporre oggi, dopo 30 anni, la questione del rapporto tra centro e periferia come uno scontro tra regioni ricche e regioni povere senza porsi il tema della produzione della ricchezza è estremamente fuorviante. Significa non tenere in considerazione quanto il mondo sia cambiato nel frattempo, non voler trovare soluzioni e, in definitiva, disconoscere il valore della Costituzione. In questi decenni e anche dopo la terribile crisi economica che ha colpito l’Occidente dal 2008 in poi, bisognerebbe aver capito che non è possibile distribuire la ricchezza che non c’è. Il mezzoggiorno ha potenzialità enormi di crescita economica, ma anziché incentivarle, questo governo preferisce finanziare l’assistenzialismo lasciandolo a carico delle aree più produttive del Paese.

Uno scontro di vecchia data, riattualizzato dalla frattura tra i due partiti al governo che alleati non sono e non sono in grado di produrre politiche reali, poiché i loro interessi rimangono divergenti. E’ utile qui ricordare il paradosso vissuto da chi si è schierato contro il referendum del 4 dicembre per difendere la Costituzione e oggi solleva questioni sui possibili effetti dell’autonomia differenziata tra le Regioni prevista proprio dalla Costituzione (articolo 116 comma terzo).

Dopo le consultazioni popolari in Veneto e in Lombardia, dopo l’avvio delle trattative tra il governo e le regioni, a cui si è aggiunta l’Emilia Romagna e dopo che altre regioni sono pronte a chiedere forme di autonomia come previsto dalla Costituzione, ora scopriamo che il Movimento 5 Stelle non ci sta e la Lega non ha alcun interesse a fare le barricate. Mi chiedo e chiedo al governo su quale altare stiano sacrificando le richieste delle regioni e perché si fa abuso e carta straccia della volontà popolare a seconda della convenienza.


Padova, 2 Settembre 2018