Ci sono i margini per mantenere le sedi particolarmente complesse, come Belluno, ma il riordino delle prefetture era atteso da tempo e chiesto da tutte le forze politiche e si inserisce nel processo di semplificazione dello Stato, uno dei punti qualificanti del governo. Nello schema di decreto con cui il Ministero dell’Interno intende procedere entro il 2016 alla propria riorganizzazione c'è l’ipotesi del ministero di accorpare 23 prefetture in Italia tra cui Belluno con Treviso.
Credo che Belluno, così come Sondrio e Verbania, rientri a pieno titolo tra le sedi complesse. Con i colleghi Borghi e Del Barba e con tutto il gruppo di parlamentari della montagna restiamo a disposizione del territorio per mantenere i servizi e per fare le dovute pressioni sul ministro dell’Interno Angelino Alfano della necessità di tenere conto delle specificità montane, così come previsto dalla riforma Delrio.
Il giudizio sul provvedimento del ministero rimane nell’insieme favorevole: Snellire le strutture statali è necessario, ce lo ripetiamo ormai da decenni e non ci si può fermare adesso che il processo è appena cominciato. Il decreto del ministero dà esecuzione a quanto previsto da un provvedimento del governo Monti.
Forse all’epoca c’è stata troppa timidezza. Se fosse stata prevista un’unica prefettura regionale con uffici operativi periferici nelle città, l’architettura sarebbe risultata sicuramente più semplice e logica. Invece così restiamo a metà del guado. Però sono convinto che dobbiamo impegnarci per rendere ancora più efficaci le riforme, per migliorarle in alcuni casi, non certo per ostacolarle.
Del resto Belluno, dovrà trasformare il proprio ruolo da cittadella burocratica a capitale delle Dolomiti fornendo servizi e prodotti di altissimo livello nel campo turistico, sportivo e dell’innovazione tecnologica. Non credo che gli uffici periferici del governo possano avere un ruolo strategico in questo disegno.
Diverso il discorso per la questura e per il comando dei vigili del fuoco. La vastità del territorio amministrato, la difficoltà di accesso alle valli e la dispersione demografica devono essere elementi di cui si tiene conto quando si decide di riorganizzare i servizi essenziali. Altrimenti il rischio è di alimentare lo spopolamento anziché contrastarlo. Su questo punto con tutto il gruppo di parlamentari della montagna siamo pronti a un’azione decisa perché il Ministero dell’Interno riveda lo schema degli accorpamenti.
Belluno, 11 Settembre 2015