La politica dei francobolli, non porta alcuna soluzione e sposta i problemi di qualche chilometro all’interno. Sono intervenuto in I Commissione Affari costituzionali della Camera per ribadire che le soluzioni per la montagna e per il Bellunese o sono di carattere complessivo, oppure rischiano di alimentare divisioni, acuire il malcontento e aumentare il senso di frustrazione e abbandono.
Se oggi il Parlamento acconsente al passaggio di Sappada in Friuli, domani dovrà affrontare il medesimo quesito per San Pietro di Cadore che, come ovvio, sarà il prossimo comune confinante e avrà piena legittimità di indire un referendum chiedendo di distaccarsi dal Veneto e unirsi alla regione a Statuto Speciale.
In questa vicenda, risultano evidenti tanti egoismi particolari: della Regione Friuli Venezia Giulia, che preferisce prendersi un comune in più invece di sedersi al tavolo e studiare delle forme di compensazione come da me proposte sulla scorta del Fondo Comuni Confinanti messo a disposizione da Trento e Bolzano; dei tanti esponenti politici, di tutte le parti politiche e ad ogni livello, che anziché guidare i processi e cercare soluzioni concrete hanno assecondato gli eventi, lasciando che fossero altri a dover raccogliere i cocci; della Regione Veneto che da venti anni ha sul tavolo il dossier Belluno e invece di sminare il campo, ha tergiversato ed evitato di affrontarlo concretamente, esacerbando gli animi; lo Stato attento alle metropoli e disattento alle zone di aree di montagna da almeno trent’anni.
Vittime di questi atteggiamenti opportunistici sono i cittadini di Sappada che sono costretti a scegliere tra il richiamo della specialità Friulana e la difficoltà di continuare una battaglia comune. Ma anche tutti i cittadini degli altri 17 comuni che dal 2005 al 2014 hanno chiesto di andarsene. E infine tutti i bellunesi trattati come merce di scambio politico.
Il rischio concreto è che adesso i tentativi di passare da una regione all’altra si moltiplicheranno, e nessuno, a Roma, Trieste e Venezia, avrà la credibilità o l’autorevolezza per governare tale processo.
Resoconto Stenografico I COMMISSIONE PERMANENTE: Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni | Mercoledì 25 ottobre 2017
Roger DE MENECH (PD) osserva che il tema del distacco del comune di Sappada riguarda numerosi altri comuni della provincia di Belluno.
È una questione, quindi, che investe l’intera provincia di Belluno e che trova il suo fondamento nello spopolamento dei territori di montagna.
Rileva come i Governi che si sono succeduti hanno cercato di dare risposte, come ad esempio la creazione di un fondo per i comuni di confine, che non ha avuto però un adeguato rifinanziamento.
Va fornita una risposta politica non in termini frazionati, ma con politiche collettive d’area vasta.
Osserva che se si stabilisce nel caso di Sappada che il procedimento non richiede una legge costituzionale, ciò deve valere per tutti i futuri casi di distacco di comuni ai sensi dell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione.
Riguardo alla mozione della regione Veneto, sottolinea come il Presidente della giunta regionale abbia espresso recentemente opinioni diverse.
Ritiene quindi utile svolgere le audizioni del Presidente della giunta regionale del Veneto, per acquisire la sua posizione, e del Presidente della provincia di Belluno, anch’egli contrario al distacco di Sappada.
In conclusione reputa che vada data una risposta diversa e complessiva alle difficoltà socio-economiche dei territori di montagna e, in particolare, della provincia di Belluno.
Roma, 25 Ottobre 2017