Ho presentato un’interrogazione ai Ministri per lo sviluppo economico e dell’economia e finanze per chiedere di esentare il MiM Belluno – Museo interattivo delle Migrazioni dal pagamento del canone Rai.

Il museo opera senza alcun fine di lucro, si prefigge scopi sociali e, pur utilizzando la tecnologia multimediale, assicura condizioni tecniche per non usufruire del servizio radiotelevisivo.

Il MiM Belluno – inaugurato l’anno scorso dall’Associazione Bellunesi nel Mondo – è interamente gestita da volontari non prevede il pagamento di biglietti d’ingresso promuove la realtà delle migrazioni (emigrazione ed immigrazione) e svolge un’opera didattica nelle scuole.

Poiché si tratta di un Museo interattivo nella sua sede sono presenti diverse postazioni multimediali che fanno uso di un monitor per la proiezione di interviste, documentari, grafici, tutti realizzati in loco. I monitor sono indipendenti e proiettano file archiviati in chiavette USB o attraverso la rete interna, ma non è presente nessuna antenna per la ricezione del segnale televisivo.

Tuttavia, la RAI ha sottoscritto all’Associazione Bellunesi nel Mondo un “abbonamento speciale” per il semplice fatto che sono presenti dei monitor di ultima generazione predisposti con l’attacco per l’antenna.

Nell’interrogazione, ho chiesto ai ministeri di esentare dal pagamento del canone Rai tutti i musei con caratteristiche simili a quelle del MiM, anche alla luce della prevista riforma organica del canone che dovrà essere presentata dal governo entro fine anno.

 


INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

Ai Ministri per lo sviluppo economico e dell’economia e finanze – per sapere, premesso che il 18 maggio 2013 è stato inaugurato per iniziativa dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, presso la propria sede, il MiM Belluno – Museo interattivo delle Migrazioni. Un museo innovativo che utilizza la multimedialità quale linguaggio dell’attuale comunicazione; secondo quanto stabilito nel proprio statuto, l’Associazione Bellunesi nel Mondo è apartitica, non persegue fini di lucro e si propone di svolgere, alla luce dei principi cristiani, la più ampia opera di solidarietà morale, sociale, culturale a favore dei Bellunesi nel mondo e loro discendenti, degli ex emigranti, degli immigrati in provincia di Belluno e di coloro che intendono emigrare; anche il Museo è ispirato agli stessi principi e non prevede il pagamento di biglietti d’ingresso, è interamente gestito da volontari, promuove la realtà delle migrazioni (emigrazione ed immigrazione) e svolge un’opera didattica nelle scuole; essendo un Museo interattivo nella sua sede sono presenti diverse postazioni multimediali che fanno uso di un monitor per la proiezione di interviste, documentari, grafici, tutti realizzati in loco.

I monitor sono indipendenti e proiettano file presenti in chiavette USB o attraverso la rete interna, ma non è presente nessuna antenna; tuttavia, il giorno 9 gennaio 2014, presso la sede del MiM si è presentato un addetto della RAI il quale ha sottoscritto all’Associazione Bellunesi nel Mondo un nuovo “abbonamento speciale” per il semplice fatto che sono presenti dei monitor di ultima generazione predisposti con l’attacco per l’antenna, nonostante sia stato ampiamente illustrato quali siano le finalità del Museo, quali siano i criteri di gestione e sopratutto il fatto i suddetti monitor siano esclusivamente utilizzati per le finalità istituzionali senza alcun collegamento all’antenna televisiva; il tema di una rinnovata disciplina del canone televisivo è al centro dell’attenzione degli organi di informazione che, con frequenti articoli che segnalano richieste di pagamento apparentemente incongrue, pur nella consapevolezza delle necessità di un serio contrasto del fenomeno dell’evasione; il 17 giugno scorso, in occasione dell’esame del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 è stato accolto dal Governo l’ordine del giorno 9/2433/90, a prima firma dell’On. Peluffo, volto, tra l’altro, ad impegnare il Governo “a presentare, entro il 31 dicembre 2014, una proposta di riforma organica del canone” –

se non ritengano che, nelle circostanze sommariamente evidenziate in premessa, non si ravvisino le caratteristiche per esentare dal pagamento del canone televisivo quelle realtà museali che, senza alcun fine di lucro, si prefiggono scopi sociali e che, pur utilizzando la tecnologia multimediale, assicurino condizioni tecniche per non usufruire del servizio radiotelevisivo.

On. De Menech

Iter interrogazione _ Camera dei Deputati

 


 

Roma, 15 luglio 2014