Comprendiamo le ragioni del polverone che ha accompagnato la visita del Ministro Delrio.
Ma un’azione di protesta viscerale come quella di ieri rischia di essere inconcludente se non controproducente.
In un momento delicato come questo ci sembra opportuno cercare di mettere un po’ d’ordine sulle cose in modo da recuperare un approccio più consapevole e ragionato in grado di conseguire qualche risultato.
In premessa va precisato:
1) Il Partito Democratico bellunese si batte perché “la Provincia di Belluno sia mantenuta in Costituzione, quale ente elettivo di primo grado, rafforzata nelle sue competenze e dotata di ampia autonomia politica, amministrativa e finanziaria.” come è scritto anche nell’appello al nuovo segretario nazionale approvato all’unanimità dall’assemblea provinciale e sottoscritto dalle migliaia di partecipanti alle ultime primarie.
2) È fatto incontestabile che nessun altro partito ha concretamente contributo come il PD alla conquista della specificità della nostra Provincia sia a livello regionale che nazionale.
Ciò premesso veniamo alla situazione nella quale ci troviamo mettendo in ordine le questioni.
1) A livello nazionale la stragrande maggioranza dei cittadini si è pronunciata, come dimostrano tutti i sondaggi, per l’abolizione delle Province. La quasi totalità del Parlamento, sia della maggioranza che dell’opposizione è su
questa linea. Il governo Letta ha fra i punti programmatici, sui quali ha chiesto e ottenuto la fiducia all’atto della sua costituzione e poi nei giorni scorsi, l’abolizione delle Province.
2) In ottemperanza a questo impegno il Ministro Delrio ha presentato un disegno di legge ordinario che toglie alle Province alcune delle loro funzioni e le trasforma in enti di secondo grado ed un disegno di legge costituzionale che prevede che le Province siano eliminate dalla Costituzione.
3)Nella discussione in Commissione Affari Costituzionali, su iniziativa del deputato bellunese Roger De Menech e del relatore Gianclaudio Bressa, è stato inserito un emendamento che attribuisce maggiori funzioni alle Province interamente montane e confinanti con uno Stato estero come appunto quella di Belluno e assegna alle regioni il compito di assicurare loro “forme e condizioni particolari di autonomia”
4) L’articolo 1 della legge nel quale è inserito l’emendamento di cui al punto 3) è già stato approvato in aula.
5) La Regione del Veneto ha già riconosciuto nel proprio statuto quanto previsto dalla legge e deve ora tradurlo nei fatti con una legge di recepimento.
Tutto questo significa che in un momento in cui le Province stanno per essere cancellate a livello nazionale la Provincia di Belluno rispetto alle altre ne esce rafforzata nelle sue competenze, che saranno di importanza cruciale, e nella sua autonomia.
Siamo perfettamente consapevoli che non tutto è fatto.
Che rimane da affrontare il capitolo delle risorse, ma non è compito di questa legge.
Che la Regione non ha ancora dato attuazione, per responsabilità della maggioranza LEGA-PDL e del presidente Zaia, alla disposizione statutaria, ma il Ministro ha assicurato il suo personale interessamento ed il Gruppo del PD in Regione ha chiesto la calendarizzazione del disegno di legge predisposto dalle rappresentanze sociali ed economiche del nostro territorio e sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri.
Ed infine che vi è il nodo del sistema di governo dell’ente e ciò delle modalità di elezione.
Noi siamo assolutamente convinti che debba essere un ente di primo grado, per tutti i motivi più volte e da tanti sottolineati e che per brevità omettiamo qui di ripetere e che questo non sia affatto un a questione secondaria.
La questione a questo punto è un’altra.
Dobbiamo chiederci se l’attuale situazione sia un vero e proprio passo indietro, come qualcuno afferma, tanto da arrivare a dichiarare il disegno di legge irricevibile o a paventare ricorsi nel caso in cui questo sia approvato.
Oppure dobbiamo interrogarci sul fatto che questo disegno di legge rappresenti a tutto gli effetti un deciso passo avanti rispetto a quanto accade a livello nazionale.
Un passo avanti al quale, certamente, ne devono seguire altri, ma che rappresenta comunque una conquista.
Noi siamo di questa opinione.
E per questo ci abbiamo messo la faccia e ci assumiamo le nostre responsabilità.
I risultati raggiunti con il disegno di legge e con lo Statuto della Regione rappresentano grandi conquiste e irrinunciabili punti di partenza per andare ulteriormente avanti.
Ben vengano tutti coloro che vogliono contribuire a questo.
Differentemente chiediamo a coloro che hanno una opinione diversa di indicare cosa intendono fare.
Ma, per favore, lo facciano con realismo e piena consapevolezza di quanto accade a livello nazionale. Superando posizioni pregiudiziali, andando oltre i campanilisti che tanto nocciono e hanno nociuto alla nostra Provincia.
Che si facciano avanti in maniera costruttiva, partendo dalla situazione ed indicando percorsi credibili e percorribili.
Roger De Menech
Sergio Reolon