Se c’è una strategia, la Regione la renda pubblica

 

Tre notizie creano allarme sulla sanità: entro giugno 2020 il pronto soccorso di Auronzo di Cadore sarà gestito da privati. La Regione del Veneto ha autorizzato L'Ulss 1 Dolomiti a mandare a gara l'intero servizio che andrà in appalto per 5 anni; non è stata rinnovata la convenzione tra il servizio sanitario regionale e Luxottica per le visite dei dipendenti; in Comelico la carenza di Vigili del Fuoco priva il territorio del servizio di ambulanza. 

La scelta della Regione su Auronzo fa crescere la preoccupazione tra gli operatori e tra gli utenti per i livelli occupazionali, le condizioni di lavoro e la qualità del servizio offerto ai cittadinih. Un altro pezzo della sanità veneta viene privatizzato, il secondo nel Bellunese dopo il Codivilla e aumenta il timore di un progressivo passaggio in mani private di altre strutture del settore.

La preoccupazione è dovuta alle contraddizioni tra le dichiarazioni di intenti del presidente Zaia e l’effettivo operato della giunta e degli apparati amministrativi». A Feltre, due settimane fa per l’inaugurazione del nuovo Pronto Soccorso, il presidente aveva affermato chiaramente la volontà di mantenere pubblico il servizio sanitario regionale. La decisione di mandare a gara il pronto soccorso di Auronzo va in direzione diametralmente opposta.

O manca una visione complessiva e condivisa sulle modalità di organizzazione e gestione della sanità in regione oppure la Regione sta deliberatamente nascondendo un disegno di privatizzazione che, per quanto possa essere legittimo, deve essere condiviso e concordato con tutte le parti in causa. Se si tratta di decisioni non pianificate, sono dettate dall’urgenza? Se, al contrario siamo di fronte a un progetto di più ampio respiro, perché non renderlo pubblico e valutarne pro e contro con i medici, il personale sanitario, i sindacati, i rappresentanti dei cittadini?.

La Regione ha cominciato a esternalizzare i servizi non sanitari degli ospedali, come mense, pulizie, parcheggi, diversi anni fa. Dopo Motta di Livenza e il Codivilla a Cortina d’Ampezzo, adesso ci sono due episodi che destano l’attenzione: la privatizzazione del Pronto soccorso di Auronzo e il mancato rinnovo della convenzione con Luxottica per l’assistenza alle maestranze nell’ambito del welfare aziendale. Significa che le migliaia di dipendenti del colosso dell’occhiale invece di rivolgersi agli ospedali della rete regionale, saranno indirizzati verso cliniche private per le visite e gli esami. Può essere visto come un alleggerimento della pressione sulle strutture pubbliche, ma anche come un depauperamento delle stesse.

Auspico che su questi punti la Regione sia in grado di fare chiarezza e di esprimere pubblicamente la strategia sul futuro della sanità veneta. I servizi calano, le liste di attesa si allungano e interi reparti vengono privatizzati. È doveroso rispondere alle crescenti paure dei cittadini di vedere indebolito un servizio fondamentale.

 


Belluno, 28 Settembre 2019