Per rendere attuabile e concreto il principio indicato dall’articolo 116 della Costituzione serve una norma quadro. Un provvedimento che tenga conto di tutti gli articoli della Costituzione, dal 114 al 119 e ne esplichi i principi di equità e riequilibrio.

Sostengp la proposta del ministro per le autonomie, Francesco Boccia, anche e soprattutto perché solo in questo modo riusciamo a salvaguardare le aree deboli che, come probabilmente abbiamo capito da tempo, non sono solo nel Mezzogiorno, ma anche al nord. In Veneto annoveriamo tra queste la montagna, il Polesine e ampie fette del Veneto Orientale. 

Il 116 è stata una grande intuizione del centrosinistra nel 2001 ma finora nessun governo di qualsiasi colore politico è riuscito a tradurlo in pratica. Chiunque oggi comprende la necessità di una riforma complessiva che garantisca autonomia reale a chi sarà in grado di gestirla e offra concreti strumenti di protezione e di riequilibrio alle zone marginali del Paese, non certo di un’autonomia di facciata che poi resta priva di contenuti e di significato. Mi sembra cosa chiara a tutti, e tanto più dovrebbe esserlo a quei deputati veneti e lombardi che sono stati in Parlamento per più legislature dopo il 2001, senza per altro aver inciso minimamente in questo processo.

Nel frattempo, accogliamo con soddisfazione la notizia che il ministro Boccia ha fissato la ripresa del confronto tra la delegazione trattante del Veneto e i tecnici del ministero a partire dal 22 ottobre e ci auguriamo che da entrambe le parti prevalga lo spirito di collaborazione. Giova ricordare che con il passato governo, a sollevare dubbi e perplessità sulle procedure furono anche i ministeri guidati dalla Lega.

 


Roma, 18 Ottobre 2019