Oggi pomeriggio alle 16.30 al Quirinale l’intergruppo parlamentare montagna ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’incontro è stato organizzato dal presidente del gruppo, il deputato Enrico Borghi.

Durante l’incontro ho consegnato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una lettera – che riporto di seguito – che riassume le problematiche della provincia di Belluno.

La preoccupazione per l’evolversi della vicenda legata al passaggio di Sappada al Friuli e i referendum fatti in numerosi comuni bellunesi sono lo spunto per un ragionamento complessivo su tutta l’area.

«Queste iniziative sono il grido d’allarme di persone, imprese ed enti locali per i quali risulta impossibile continuare a sopravvivere in condizioni di drammatica disparità. I cittadini bellunesi vivono con crescente insofferenza la riduzione dei servizi e degli investimenti pubblici operata negli ultimi venti anni sulla loro pelle e, allo stesso tempo, l’aumento della competitività dei territori confinanti. Se non avremo il coraggio di rimuovere i fattori che determinano un malessere diffuso e radicato in tutta la montagna veneta, non riusciremo a prevedere, né tanto meno a contenerne gli effetti».

Nel corso dell’appuntamento al Quirinale, ho inoltre invitato il presidente Mattarella, a nome del sindaco di Longarone Roberto Padrin e della comunità provinciale, a visitare il Bellunese e a presenziare alla cerimonia per l’anniversario della catastrofe del Vajont.

 

 

Illustrissimo Signor Presidente,

Le scrivo per esprimere la forte preoccupazione per come sta evolvendo la questione legata al passaggio del Comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia. Come sa, i cittadini del comune bellunese nel 2008 si sono liberamente espressi a larghissima maggioranza per il distacco dalla Regione Veneto e l’aggregazione alla Regione Friuli Venezia Giulia. Il rispetto della volontà popolare non è in discussione. Tuttavia, proprio per salvaguardare questo principio, bisogna guardare al Bellunese nel suo insieme. Il referendum con cui i cittadini di Sappada hanno chiesto il distacco dal Veneto e il passaggio al Friuli è stato preceduto e seguito da consultazioni identiche in molti altri comuni della provincia. Nell’ottobre del 2005 fu Lamon il primo Comune a tenere un referendum con il quale la maggioranza dei cittadini chiese il passaggio al Trentino Alto Adige. Negli anni successivi anche i cittadini di Sovramonte (2006), Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia nel 2007 – tutti e tre i comuni parte del Tirolo storico – e infine Taibon Agordino (2013) hanno chiesto attraverso regolare referendum il distacco dal Veneto e l’aggregazione al Trentino Alto Adige.

Queste iniziative sono il grido d’allarme di persone, imprese ed enti locali per i quali risulta impossibile continuare a sopravvivere in condizioni di drammatica disparità. Chiusi in un’area interamente montana, confinante con uno stato estero, con la presenza di minoranze linguistiche e confinante con due province autonome a ovest e una regione a statuto speciale a est, i cittadini bellunesi vivono con crescente insofferenza la riduzione dei servizi e degli investimenti pubblici operata negli ultimi venti anni sulla loro pelle e, allo stesso tempo, l’aumento della competitività dei territori confinanti. Se non avremo il coraggio di rimuovere i fattori che determinano un malessere diffuso e radicato in tutta la montagna veneta, non riusciremo a prevedere, né tanto meno a contenerne gli effetti.

La vicenda di Sappada impone una svolta nelle politiche a favore della montagna. Senza impegni concreti, puntuali e sostanziali, iniziative come quelle legittimamente prese dai cittadini di Sappada sono destinate a moltiplicarsi e tutto il Bellunese potrebbe decidere di abbandonare il Veneto. Con il precedente che si va profilando in Parlamento in queste settimane, sarà molto più difficile opporvisi. Credo, in definitiva, che dobbiamo assumerci la responsabilità di trovare uno spazio adeguato nell’agenda politica nazionale al tema del Bellunese nel suo complesso e della montagna più in generale.

Da quanto osservato in questi mesi, sono convinto si possano realizzare grandi obiettivi coltivando la collaborazione tra le istituzioni e garantendo l’affidabilità dei soggetti chiamati ad attuare le decisioni.  Anche per questo chiedo di aumentare attenzione, sforzi e iniziative. E’ necessario a mio avviso potenziare i livelli di governo diretto del territorio sul territorio e, non da ultimo, rendere capillari i servizi anche nelle aree più marginali, unico baluardo per frenare lo spopolamento. E’ urgente sollevare i cittadini e gli amministratori della montagna da quel sentimento di abbandono e di sterilizzazione delle opportunità che, di fronte ad una prolungata mancanza di risposte, li spinge a cercare soluzioni estreme.

Sicuro della Sua sensibilità per i temi che le ho posto le porgo distinti saluti.

                                                                                                                                                                                                                                                              On. Roger De Menech


 

Roma, 20 aprile 2016