Insieme ai colleghi Causi, Fragomeli e Rubinato abbiamo presentato  un Question Time al Governo, ed in particolare al Ministro dell’Economia e delle Finanze, sul tema dell’accatastamento degli impianti fotovoltaici.

Lo scorso 19 dicembre 2013 l’Amministrazione fiscale è intervenuta con documenti di prassi per chiarire come vengono rilevati, ai fini delle imposte dirette e dell’IVA, gli incentivi erogati ai titolari di impianti di energia da fonti rinnovabili, e come sono inquadrati in ambito catastale gli impianti fotovoltaici; in particolare, per gli impianti fotovoltaici a terra, considerati beni immobili, è previsto l’accatastamento nella categoria D/1 “opifici”.

Se invece si tratta di strutture poste su edifici, lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili, non si dovrà effettuare un autonomo accatastamento, ma procedere alla rideterminazione della rendita dell’immobile a cui i pannelli sono connessi.

Qualora la rendita aumenta di più del 15 per cento rispetto al valore originario, il proprietario è tenuto a comunicare la variazione all’agenzia del Territorio.

Se l’impianto è costruito in forza di diritto di superficie, va accatastato autonomamente e quindi dovrebbe assumere la categoria di opificio; infatti nella fattispecie il proprietario dell’impianto è diverso da quello dell’immobile sottostante. In ultimo la circolare considera in ogni caso come beni mobili, e dunque non meritevoli di accatastamento, gli impianti di “modesta entità”.

In assoluto contrasto con il principio comunitario “chi inquina paga”, molti cittadini sensibili alle questioni delle energie rinnovabili, come corrispettivo all’aumento della rendita, vedranno aumentare l’Imposta unica comunale (Iuc), ovvero Imu, Tasi e Tari.

Molti cittadini che hanno scelto le rinnovabili dovranno rivolgersi a professionisti in grado di calcolare l’aggiornamento della rendita con ulteriori oneri di spesa.

Coloro che hanno installato sulla propria abitazione un impianto fotovoltaico superiore ai 3 kWp saranno costretti ad aggiornare la rendita catastale come avessero costruito dei nuovi vani, in relazione al valore del proprio impianto.

Chiediamo pertanto al Governo di verificare l’opportunità di rivedere la normativa recante l’accatastamento degli impianti fotovoltaici, al fine di non penalizzare i cittadini più sensibili ai temi ambientali che hanno scelto di effettuare un investimento a lungo termine; anche prevedendo l’innalzamento della quota riferita al valore dell’impianto fotovoltaico del 15 per cento rispetto al valore dell’immobile, quale soglia massima per l’obbligo di accatastamento, unitamente al mantenimento del 9 per cento quale valore percentuale di ammortamento annuo di un investimento riguardante un impianto di tipo fotovoltaico.


Roma, 24.04.2014