Firmato dall’allora ministro Maroni è inefficace e fa ricadere tutto il peso delle migrazioni su Italia e Grecia. Moretto: «Con l’intervento del ministro Minniti la situazione in progressivo miglioramento»

 

«Il regolamento di Dublino ha mostrato tutti i suoi limiti. Per cambiare la politica europea sull’immigrazione bisogna cominciare modificando la regola per cui le pratiche di riconoscimento dello status di rifugiato e la relativa accoglienza sono obbligatoriamente a carico dal Paese in cui l’immigrato arriva». Chiara e semplice, l’eurodeputata Cécile Kyenge, ha partecipato al dibattito “Gente che va, gente che viene” organizzato nel corso della Festa de L’Unità al Pus di Ponte nelle Alpi. 

Cambiare regole, tuttavia, ha ricordato Kyenge, non è così semplice neppure di fronte a un fenomeno epocale come quello delle migrazioni. «Si oppongono certamente alcuni paesi dell’est, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, ma anche tanti europarlamentari italiani», contrari ad esempio a progetti di collaborazione con Paesi africani, tra cui la Nigeria e il Niger. «Se non riusciremo ad avere rapporti migliori con questi paesi», ha spiegato l’europarlamentare, difficilmente «potremo arginare il fenomeno, anche perché l’assenza di vie legali e sicure per il trasferimento da un paese all’altro, il vuoto è colmato dai trafficanti di esseri umani».

Gli effetti sull’Italia e sulla vita di tutti i giorni degli italiani li ha ricordati Roger De Menech, presentando gli ospiti tra cui il candidato sindaco di San Gregorio nelle Alpi alle ultime elezioni amministrative: Nicola Vieceli ha perso le elezioni, perché il suo avversario ha utilizzato la sua contrarietà all’accoglienza di una decina di migranti per alimentare paure e divisioni tra gli abitanti.

Eppure negli ultimi anni l’Italia ha fatto passi avanti nella gestione dei migranti. Se nel Mediterraneo la priorità rimane il salvataggio di vite umane «e noi lo stiamo facendo molto bene», ha affermato Kyenge, miglioramenti sensibili si registrano anche nell’organizzazione in terraferma. «Abbiamo ereditato una situazione in cui si rinchiudevano per mesi migliaia di persone in pochi posti in attesa di giudizio», ha riferito Sara Moretto, membro della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, «il signor Maroni, quando era ministro dell’Interno, ha firmato il regolamento di Dublino che di fatto fa ricadere tutta la responsabilità nella gestione dei migranti su Italia e Grecia, salvo poi fare sanatorie gigantesche. Un sistema che alimenta la clandestinità e la criminalità. I nostri governi, e in particolare il ministro Minniti, favoriscono invece l’accoglienza diffusa. Stiamo riorganizzando tutta l’accoglienza in piccoli centri, uno per regione e ad aprile abbiamo messo per iscritto che i richiedenti asilo dovranno dare una mano alle comunità che li accolgono, sotto forma di lavori socialmente utili. Inoltre, abbiamo aumentato i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in Europa. Tuttavia, resta ancora aperta la questione di come strutturare relazioni nuove e di partecipazione con i Paesi dell’area sub sahariana. E’ una questione europea e non solo greca o italiana».

 


Belluno, 8 Agosto 2017