Non intendo sollevare polemiche, ma il rimpallo di responsabilità su chi deve o non deve intervenire per la manutenzione del territorio mi lascia alquanto basito.

Chiedo a tutti i soggetti interessati di fare la propria parte, con dedizione e generosità: Lo stato siamo noi, in tutte le sue articolazioni, dai ministeri alle regioni, dalle province ai comuni. Vedere i rappresentanti dei cittadini litigare in un momento come questo è uno spettacolo indecente che ha l’unico risultato di alimentare il clima di sfiducia verso le istituzioni.

AFFRONTARE I PROBLEMI

La priorità, in questo momento, aggiunge il deputato, «è affrontare e risolvere i problemi dell’emergenza con gli strumenti che abbiamo, dal sistema della protezione civile al genio, con le disponibilità dei Comuni, della Provincia, della Regione e quelli nazionali. Probabilmente avremo bisogno di strumenti aggiuntivi, come la dichiarazione dello Stato di Calamità, come suggerito dal sottosegretario Bressa. Ho sentito il ministro Galletti in merito e credo non ci saranno difficoltà di sorta, anche perché le risorse ci sono».

IL NODO DELLE RISORSE

So tuttavia che alcuni elementi in Regione lamentano i vincoli con cui l’anno scorso sono stati assegnati al Veneto 153 milioni di euro per i bacini di laminazione delle piene a difesa delle aree metropolitane e non potrebbero essere utilizzati diversamente. Sono molto dispiaciuto di questo atteggiamento perché è strumentale. A bassa voce, mi permetto di segnalare che le priorità sono state concordate tra regioni e governo, grazie a quello stanziamento la Regione Veneto può liberare risorse per fare gli interventi sulle aree interne e, come molte altre regioni italiane, poiché la competenza sul dissesto è prioritariamente regionale, il Veneto ha tutta l’autonomia per aumentare il proprio bilancio per la difesa del suolo.

LA PREVENZIONE

Rimane il problema della prevenzione. Credo che il presidente Zaia correttamente abbia individuato il principale nodo che ci troviamo ad affrontare, in particolare nella vallate alpine: il consumo di suolo e le costruzioni a ridosso degli argini e dei fronti di frana. La Regione ha però uno strumento formidabile per garantire la sicurezza e impedire che i fenomeni naturali si trasformino in tragedie, ed è la pianificazione urbanistica. Di sicuro la situazione ereditata è pesante, ma la Regione Veneto, se lo vuole, può esercitare attivamente le proprie competenze di regolatore e pianificatore.

 


Belluno, 8 Agosto 2017