Ma la revisione della spesa serve a ridurre le tasse

 

La manovra: -6 miliardi ai ministeri; – 4 miliardi alle regioni; -1 miliardo a province e comuni. Allentamento patto stabilità dei Comuni per 1 miliardo
 
Stiamo operando per chiudere per sempre la stagione dei tagli lineari e per applicare i costi standard adattandoli alle specifiche realtà di ogni territorio. 

Il taglio dell’abnorme spesa pubblica italiana era atteso da anni soprattutto per consentire l’abbassamento della tassazione più alta dei paesi Ocse. Finora, mai nessun governo aveva avuto il coraggio di attuare questa politica.

La Legge di Stabilità prevede tagli alla spesa per oltre 16 miliardi di lire. Parallelamente e per la prima volta negli ultimi anni introduce significative riduzioni di tasse per i produttori di ricchezza, ovvero per i lavoratori e per le imprese.

Sui Comuni, grazie all’accordo con l’Anci l’impatto è stato contenuto. Ora i Comuni possono dirottare gli oneri di urbanizzazione sulla spesa corrente, tagliare gli investimenti e ricontrattare i mutui lasciando che sia lo Stato ad accollarsi i relativi interessi. Altre due misure riguardano l’allungamento fino a 30 anni dei tempi per il ripiano delle perdite e l’allentamento del patto di stabilità per oltre 1 miliardo di euro. 

D’ora in poi bisognerà tuttavia operare in base ai costi standard che, per i Comuni sono già stati pubblicati e applicati ai trasferimenti. Ora vanno estesi a tutta la spesa pubblica, compresa quella regionale e adattati alle specifiche realtà territoriali, soprattutto quelle montane. Il Comune di Pieve di Cadore deve costare quanto quello di Sulmona (L’Aquila) o di Bronte (Catania), non di più e non di meno. Il nostro impegno di parlamentari veneti e del nord è particolarmente intenso proprio su questo fronte.

 

I tagli alla spesa pubblica

Ammonta in tutto a 16 miliardi la riduzione dei costi dello stato. Di questi, la fetta maggiore è a carico dei ministeri centrali, oltre 6 miliardi di euro; seguono le Regioni a cui vengono tagliati 4 miliardi, le Province 1 miliardo e i Comuni 1 miliardo.

 

La riduzione delle imposte

Tutto il lavoro a tempo indeterminato è ora deducibile dall’Irap; inoltre, dal 1 gennaio chi assume a tempo indeterminato non paga i contributi sul lavoro per 3 anni. Diminuiscono infine le tasse e i contributi per le famiglie.


Belluno, 7 dicembre 2014