A Belluno Il Senatore Giovanni Piccoli vuole la provincia elettiva, a Roma Forza Italia non vuole nemmeno che passi la specificità dell’art. 1

 A Belluno gli Industriali dicono che è troppo poco quanto fatto fin qui, a Milano Il sole 24 ore scrive che è già troppo!!

Interessanti in questi giorni le polemiche di molti esponenti del mondo politico bellunese sulla situazione della nostra Provincia.

Come ho detto durante la visita del Ministro Delrio, è iniziato il gioco delle parti, che avrà un’unica conseguenza, l’indebolimento della nostra stessa Provincia.

Il Senatore Piccoli, dopo aver guidato per anni – da sindaco – il consorzio dei comuni e dopo essere stato – sempre da sindaco – il vice-presidente della Provincia, proprio quella provincia che si è fatta commissariare per le liti fra Lega e Forza Italia, ora diventa il grande paladino delle elezioni dirette.

Ma Forza Italia come si comporta in Parlamento??

Riporto per correttezza l’intervento di un esponente di Forza Italia che chiarisce fino in fondo la loro posizione: abolizione di tutte le province e loro commissariamento, passaggio immediato di tutte le deleghe alle Regioni:

Giuseppe Romele: “…..Anche in Commissione recentemente ho avuto modo di dirlo. Mi rivolgo al signor Bressa, all’onorevole Bressa, che si è preoccupato, per verità, di ritagliarsi la sua provincetta, comunque in zona stranamente isolata, insieme a un’altra provincetta o due, perché quelle non vanno toccate, no ? Il grande, là, magari va fatto su Brescia, piuttosto che altrove, no?…. ….Questo è quello che la nostra gente fuori raccoglie, altro che un nuovo rinnovamento o una riorganizzazione delle province ! È meglio che si chiudano le province e si dica alle regioni che lavorano (e sono buona parte le regioni che lavorano): riorganizzate voi, per favore, il territorio intermedio fra comune e regione, se ci sono le condizioni. Altrimenti, per favore, si sospenda tutto e si porti a casa tutto nella revisione costituzionale, di cui poc’anzi all’intervento della collega dei «grillini». Non solo secondo me, ma secondo tanti, ritengo che la maggioranza degli italiani la veda così……..
(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente)
.”

Dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati, del 10 dicembre, emerge in maniera chiara la posizione del partito del Senatore Piccoli, che attacca Bressa per il riconoscimento dato a Belluno.

Questo mio intervento non vuole essere un attacco personale al Senatore Bellunese di FI, vuole essere invece un appello di unità e lavoro di squadra indirizzato a tutto il mondo politico provinciale.

La maggior parte del Parlamento vuole abolire le province, vuole commissariarle tutte, immediatamente, molti parlamentari di tutte le forze politiche vivono come un privilegio gli emendamenti che rendono speciali le provincie montane come la nostra.

Oggi dobbiamo fare quadrato per portare a casa questo primo risultato, e continuare a lavorare da domani nel percorso che deve portare la nostra Provincia a diminuire il differenziale di trattamento fra noi e le province autonome.

Anche gli organi di stampa nazionale vedono come un privilegio le specificità concesse alle province montane: nel Sole 24 Ore di sabato 30 novembre il titolo “Belluno e Sondrio vincono di nuovo” spiega molto bene come le nostra vicenda viene letta dal giornale del mondo imprenditoriale nazionale.

Mi rivolgo quindi anche all’Associazione degli Industriali di Belluno; non basta protestare per quel poco che abbiamo ottenuto, bisogna invece far passare a livello nazionale che le richieste dei bellunesi non sono richieste di privilegi.

Il riconoscimento della nostra Provincia passa attraverso un lavoro trasversale che porti tutti – da Venezia a Roma – a capire che o le condizioni di Belluno vengono avvicinate a quelle di Trento e Bolzano altrimenti il nostro territorio continuerà nelle lenta ma inesorabile involuzione anche demografica.

Per comprendere fino in fondo il clima parlamentare riporto anche le dichiarazioni dell’On. Fraccaro – del Movimento 5 stelle – che coerentemente ribadisce che loro sono per l’abolizione completa e definitiva di tutte le province, ma è molto interessante leggere anche come vengano interpretate le Province autonome – ovvero come un’eccezione..

RICCARDO FRACCARO: ” … Signor Presidente, colleghi, ormai l’abolizione delle province è come la tela di Penelope: i partiti la disfano di giorno davanti alle telecamere e poi la ricompongono di notte nelle segrete stanze degli inciuci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questi enti sono l’indotto di quella grande fabbrica di poltrone che è il Parlamento, dove spesso e volentieri i partiti ci finiscono solo per sfamare se stessi e le proprie clientele. Quando non si riesce a entrare alla Camera o al Senato, si finisce eletti in province, come quando non si trova posto al ristorante e si va in trattoria…. …..Noi siamo coerenti, a differenza vostra. Per questo il MoVimento 5 Stelle chiede l’abolizione delle province e non partecipa alle elezioni amministrative provinciali, ad eccezione di quelle a statuto speciale, che sono equiparate di fatto alle regioni. Il sistema unico dei partiti, invece, finge di voler abolire questi enti inutili, ma poi non perde occasione per occupare ogni poltrona, ogni divanetto, ogni sedia, ogni sgabello disponibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle….”

Personalmente in questi mesi ho lavorato perché il messaggio sulla necessità di Specificità della Provincia di Belluno giungesse a Roma; aver portato in Provincia, in occasione del 50° anniversario del Vajont numerosi ministri (Zanonato, Orlando, Carrozza, Delrio), il premier Letta, il presidente del Senato Grasso, è un pezzo di questo lavoro.

Il primo risultato è che in un momento in cui le province stanno per essere cancellate a livello nazionale, la Provincia di Belluno rispetto alle altre ne esce rafforzata nelle sue competenze, che saranno di importanza cruciale, e nella sua autonomia.

Sono consapevole che questo non basta, ma sono anche consapevole che è un punto di partenza, un primo segno di discontinuità con il passato che deve essere sviluppato e potenziato con i successivi interventi legislativi. 

Interventi a Roma come a Venezia. Quindi basta litigare fra di noi e rivendichiamo insieme la specificità del nostro territorio, cercando fin da subito di non buttare alle ortiche quello che di buono c’è nel provvedimento in esame.

Roger