L’Italia riprende il cammino nella direzione giusta

La legge di stabilità segna un’inversione netta rispetto al passato e può essere migliorata

La legge di stabilità proposta dal governo segna una netta inversione di tendenza rispetto agli anni passati: non introduce nuove tasse, non chiede nuovi sacrifici, avvia un processo di redistribuzione delle risorse, permette ai comuni di riaprire i cantieri delle opere pubbliche grazie all’allentamento del patto di stabilità.

Le due dichiarate priorità di politica economica sono il sostegno alla crescita (puntando ad un tasso di crescita pari all’1 per cento nel 2014 e dell’ordine del 2 per cento negli anni successivi) e la promozione dell’occupazione.

Insieme a questo, le misure contenute nel provvedimento hanno l’obiettivo di:

avviare un percorso di riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese (che infatti scenderà dal 44,3% al 43,8% nel 2015 e al 43,3% nel 2016) e della spesa corrente;

aumentare le risorse finanziarie per gli investimenti;

– destinare risorse per politiche sociali volte a sostenere le fasce più deboli della popolazione, le più colpite dalla crisi.

Insomma, per la prima volta viene presentata in Parlamento e in Europa una “Legge di Stabilità” senza nuove tasse e senza tagli sul sociale. In particolare, grazie alla decisione con cui si è battuto il PD, non ci sarà il temuto taglio sulla spesa sanitaria.

Ci sono ancora alcuni punti su cui lavoreremo in Parlamento per correggere e migliorare il testo a saldi invariati. È il caso del Trise, di cui dovrà essere garantita la progressività. Va, inoltre, alleviata la scure sul pubblico impiego, che prevede un blocco della contrattazione fino a tutto il 2014 e la proroga dello stop al turn over fino al 2018, anche attraverso l’aumento della qualità e della produttività nella pubblica amministrazione. Ancora, la Legge di Stabilità si può migliorare sul fronte degli interventi sociali, a partire dall’indicizzazione delle pensioni.

Chiediamo con forza al Governo di indirizzare sul taglio del cuneo fiscale e sulla riduzione della pressione fiscale tutte le risorse che si renderanno disponibili, ad esempio, dal rientro dei capitali dai paradisi fiscali.

Ma vediamo quali sono i principali aspetti e gli obiettivi fondamentali, anticipati dai documenti diffusi dal Governo, in attesa del testo trasmesso alle Camere.

La “Legge di Stabilità” prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel prossimo triennio. Solo nel 2014 gli interventi sono pari a 11,6 miliardi. Questo ammontare è così suddiviso:

– 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali: 9 per le famiglie e 5,6 per le imprese; nel 2014 sono 2,5 i miliardi destinati alle famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e 1,2 quelli per le imprese, per un totale di 3,7 miliardi.

– Sempre nel triennio 2014-2016 sono 11,2 i miliardi (6,4 per il 2014) per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali.

– 1,5 miliardi, infine, sono per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.

Sull’altro versante, quello delle entrate, la “Legge di Stabilità” reperisce risorse per 24,6 miliardi nel triennio 2014-2016, di cui 8,6 miliardi nel 2014, così suddivisi:

– 1,1 miliardi nel triennio da introiti connessi alla rivalutazione dei beni d’impresa e dalla revisione della tassazione delle svalutazioni e delle perdite su crediti degli intermediari finanziari (questa misura vale 2,7 miliardi nel 2014).

– 1,4 miliardi, nel triennio, da interventi di contrasto all’elusione fiscale (0,5 miliardi nel 2014).

– 3,8 miliardi, sempre nel triennio, da aumenti dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e da un intervento selettivo sulle agevolazioni fiscali (1,4 miliardi nel 2014).

– 1,5 miliardi dalla vendita di immobili (0,5 miliardi nel 2014).

– 16,1 miliardi (3,5 nel 2014) dal taglio della spesa pubblica, esclusi gli effetti delle dismissioni immobiliari e comprese invece le riduzioni derivanti dalla spending review, portata avanti dal Commissario straordinario.

Questo significa che per il 2014 la manovra netta avrà un effetto espansivo per 3 miliardi di euro.

Nel complesso, la “Legge di Stabilità interesserà, dal punto di vista degli interventi, cinque “macro aree”: 1) interventi per persone, famiglie e società; 2) interventi per le imprese; 3) investimenti; 4) la nuova “Service Tax”; 5) il cofinanziamento dei Fondi strutturali europei 2014-2020.

PER I CITTADINI, PER LE FAMIGLIE, PER LA SOCIETA

Riduzione dell’Irpef per i lavoratori

Del taglio al cuneo fiscale (la differenza tra il costo del lavoro a carico dell’impresa e lo stipendio netto del lavoratore) che parte nel 2014 con oltre 2,5 miliardi, più della metà, cioè 1,5 miliardi, serviranno a ridurre l’Irpef per le fasce medio-basse.

Disposizioni in favore degli esodati

Per finanziare un ulteriore intervento di salvaguardia a favore degli esodati, è previsto un contributo di solidarietà ricavato dalle “pensioni d’oro”, con un prelievo del 5% della parte di pensione tra i 100 mila e i 150 mila euro lordi l’anno, del 10% per la parte eccedente i 150 mila euro, del 15% per la parte eccedente i 200 mila euro. Il prelievo di solidarietà sarà ripetuto per tre anni.

Cassa integrazione in deroga e altre misure sociali

Stabilito, per il 2014, un rifinanziamento di 600 milioni per la Cassa integrazione in deroga.

Per la prima volta da anni, la “Legge di Stabilità” che entra in Parlamento già contiene il finanziamento del 5 per mille (380 milioni di euro), del Fondo per le politiche sociali (300 milioni), del Fondo per i non autosufficienti (250 milioni). Tuttavia, il PD lavorerà in Parlamento per incrementare le risorse destinate a queste finalità.

Stanziati 100 milioni per i lavoratori socialmente utili.

Il fondo per la Carta acquisti, la cosiddetta “Social card”, viene incrementato, sempre per il 2014, con 250 milioni.

Fondi per le Università

Il Governo sottolinea l’importanza del rifinanziamento di 230 milioni per le Università. Di questi, 150 milioni andranno a rimpinguare nel 2014 il Fondo per il finanziamento ordinario degli atenei e 80 milioni sarebbero stanziati per i policlinici universitari.

Nessun taglio alla Sanità

Contrariamente a quanto era stato paventato negli scorsi giorni, e grazie all’azione del PD, non è previsto alcun taglio al settore della Sanità.

PER LE IMPRESE

Riduzione del costo del lavoro per le imprese

Con il taglio del cuneo fiscale ci sarà, nel triennio 2014-2016, una riduzione delle tasse per le imprese di 5,6 miliardi (1,2 miliardi di euro nel 2014). 40 milioni di euro serviranno a ridurre l’Irap sulla quota lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016) e a favorire quindi nuove assunzioni. 1 miliardo servirà, invece, per ridurre i contributi sociali sulle imprese (1,1 miliardi per 2015 e 1,2 miliardi per il 2016).

Potenziamento dell’Ace e rifinanziamento di misure in favore delle imprese

Il beneficio fiscale dell’Ace, vale a dire l’”Aiuto alla crescita economica” introdotto dal Governo Monti per favorire la capitalizzazione delle imprese, salirà progressivamente fino a raddoppiare.

Rifinanziamento del Fondo di garanzia per le Pmi

Previsto il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese per 1,6 miliardi in tre anni.

Rifinanziamento dei Fondi per i contratti di sviluppo e per la crescita sostenibile

Sempre nel triennio 2014-2016, 100 milioni l’anno andranno ai contratti di sviluppo nel settore industria e agroindustria e nel turismo. All’incremento per il 2014 del Fondo per la crescita sostenibile sono invece destinati 50 milioni di euro.

 

GLI INVESTIMENTI

Allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità dei Comuni

In arrivo 1 miliardo di euro per gli investimenti delle Amministrazioni locali, escludendoli dai calcoli per il Patto di stabilità.

Altri 500 milioni serviranno a pagare ulteriori debiti commerciali.

Ecobonus e ristrutturazioni edilizie

Si continua a puntare sui bonus edilizi come leve di sviluppo del settore delle costruzioni e dell’immobiliare. Confermati anche per il 2014 entrambi gli ecobonus, senza riduzioni di aliquota: al 65% quello per il risparmio energetico, al 50% quello per le ristrutturazioni edilizi (l’alleggerimento di questi strumenti inizierà solo a partire dal 2015).

Finanziamenti per le infrastrutture

Previsti, tra le altre cose, 200 milioni di euro per il completamento dei lavori del Mose e 300 milioni per la manutenzione straordinaria della rete autostradale. A “Rete ferroviaria italiana” vanno 700 milioni di euro per il contratto di programma 2012-2016, per la manutenzione straordinaria della rete ferroviaria e interventi per la velocizzazione del corridoio adriatico, per i nodi e l’interoperabilità. Previsti poi 240 milioni ad Anas per la messa in sicurezza di ponti e viadotti, per il completamento della Salerno – Reggio Calabria e per il reintegro delle risorse di alcuni contratti. Prevista, infine, una spesa di 330 milioni di euro, per il 2014, per interventi in favore del settore dell’autotrasporto.

Ricostruzione dell’Aquila  

Stanziati 300 milioni per la ricostruzione dell’Aquila.

Sulla scena internazionale

Stanziati 850 milioni di euro per finanziare le missioni all’estero e 60 milioni di euro per il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea.

LA NUOVA “SERVICE TAX”

La “Legge di Stabilità” riordina l’intero sistema della tassazione locale, mettendo l’Italia in linea con gli altri paesi europei. Al posto dell’Imu e della Tares viene infatti istituita una nuova tassa sui servizi, una “Service Tax”, il cui gettito andrà ai Comuni.

Il nuovo tributo sui servizi si chiamerà “Trise” e sarà a sua volta diviso in due parti: la “Tari”, cioè la tariffa sui rifiuti, che sarà calcolata in base ai metri quadrati dell’abitazione o alla quantità dei rifiuti, e sarà versata da chi occupa l’immobile; la “Tasi”, vale a dire il tributo sui servizi indivisibili offerti dai Comuni, che sarà calcolato sui metri quadrati dell’abitazione o sul valore catastale e sarà pagato dai proprietari.

Per ridurre il prelievo della “Service Tax” è previsto un 1 miliardo per trasferire risorse ai Comuni.

COFINANZIAMENTO DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI 2014-2020

La “Legge di Stabilità” impegna significative risorse per il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi europei e nazionali per le politiche di coesione territoriale. In particolare si stanziano 24 miliardi di euro di quota di compartecipazione nazionale (che si aggiungono ai quasi 30 miliardi di fondi strutturali Ue) e ulteriori 55 miliardi per il Fondo per lo sviluppo e la coesione (ex Fondo Fas), l’80% dei quali a favore del Mezzogiorno.

In totale si arriva quindi a circa 110 miliardi di euro nei prossimi sette anni per le politiche di coesione territoriale.

 ENTRATE SENZA NUOVE TASSE

Dismissioni

La “Legge di Stabilità” prevede di reperire nel triennio risorse pari ad almeno 1,5 miliardi (500 milioni nel 2014) grazie alla vendita di immobili pubblici.

Indicizzazione delle pensioni

Riparte la rivalutazione delle pensioni, con quattro scaglioni e non più tre: dal 2014 l’indicizzazione sarà al 100% per gli assegni fino a tre volte il minimo, al 90% per lo scaglione di pensione compreso fra tre e quattro volte il minimo, al 75% per lo scaglione tra quattro e cinque volte il minimo e al 50% per gli importi superiori a cinque volte il minimo. Per il solo 2014 resta il blocco dell’indicizzazione per la parte di pensione che supera le sei volte il minimo (3 mila euro lordi).

Imposta di bollo sulle comunicazioni dei prodotti finanziari

L’imposta di bollo sulle comunicazioni relative ai prodotti finanziari passa, a partire dal prossimo anno, dall’1,5 al 2 per mille, con un recupero di risorse stimato in circa 900 milioni di euro.


GOVERNO LETTA I –  I COMUNICATI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Comunicato n. 30 Del 15 ottobre 2013

1 – DDL Economia: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)

2 – DDL Economia: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014 – 2016

3 – DPR Interno: Scioglimento dei Consigli comunali di Sedriani (Milano) e Cirò (Crotone) per forme di condizionamento della criminalità organizzata

4 Conferma Presidenza Dott.ssa Elisabetta Belgiorno nell’incarico di Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura

5 Nomina Infrastrutture Prof. Vito Riggio a Presidente dell’ENAC

La legge di stabilità per il 2014: linee guida

1. La legge di stabilità per il 2014: linee guida
La politica economica ha ora due priorità: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività dell’economia. Essa punta a un tasso di crescita almeno pari all’1 per cento nel 2014 e dell’ordine del 2 per cento negli anni successivi.

La Legge di stabilità:
1) è parte di un’azione di politica economica che ha già definito interventi finanziari per 11,9 miliardi nel triennio 2013-15 (5 miliardi nel 2013, 3,3 nel 2014 e 3,5 nel 2015). Ulteriori misure seguiranno in tempi brevi per migliorare la qualità della spesa pubblica (per esempio intervenendo sulla regolamentazione delle società controllate), per privatizzare parte del patrimonio pubblico, per rendere più competitivo il sistema produttivo. I risparmi derivanti dall’attività di revisione di spesa verranno destinati prioritariamente alla riduzione della pressione fiscale.

2) effettua interventi per 27,3 miliardi nel triennio 2014-16 (11,6 nel 2014)
14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali di cui 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese oltre a 1 miliardo per ristrutturazioni edilizie e ecobonus
11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi.
1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.

3) reperisce risorse per 24,6 miliardi nel triennio (8,6 nel 2014)
1,1 miliardi nel triennio da introiti connessi a operazioni volontarie dei contribuenti e dalla revisione della tassazione delle svalutazioni e delle perdite su crediti degli intermediari finanziari (2,7 miliardi nel 2014).
1,4 miliardi nel triennio da interventi volti a limitare l’elusione fiscale (0,5 nel 2014).
3,8 miliardi nel triennio da aumenti dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e da un intervento selettivo sulle cosiddette spese fiscali (1,4 nel 2014).
1,5 miliardi nel triennio dalla vendita di immobili (0,5 nel 2014).
16,1 miliardi nel triennio dal taglio della spesa pubblica (escludendo gli effetti delle dismissioni immobiliari; 3,5 miliardi nel 2014). Questo importo comprende riduzioni di spesa per 0,6 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2016 che dovranno derivare dall’attività di revisione della spesa delle Amministrazioni centrali e delle Amministrazioni locali, effettuata sulla base del lavoro affidato al Commissario Straordinario recentemente nominato.

4) imprime una prima riduzione del prelievo sui lavoratori e sulle imprese. Definisce una riforma della tassazione delle banche che consente di rafforzare la loro capacità di fornire credito a famiglie e imprese e la loro solidità patrimoniale.

5) Riduce sin dal 2014 la pressione fiscale su cittadini e imprese. La pressione fiscale totale scende dal 44.3 al 43,8 nel 2015 e al 43,3 nel 2016.

6) riduce l’incidenza della spesa pubblica primaria sul PIL (tolti i rimborsi di debiti commerciali) dal 46,0% del 2013 al 45,5% nel 2014. L’incidenza della spesa corrente scende dal 43,2% al 42,5%.

7) contiene nel 2014 la spesa primaria corrente diversa da quella per le prestazioni sociali (cioè la spesa per il funzionamento degli apparati pubblici) a un livello in termini nominali inferiore a quello del 2013.

8) accresce fortemente nel 2014 le spese in conto capitale (3,3 miliardi rispetto al quadro a legislazione vigente), sia a livello nazionale sia a livello locale. Si rovescia la tendenza alla riduzione in atto da vari anni.

9) concentra le risorse sui nuovi programmi di spesa che sostengono la competitività e le fasce deboli della popolazione. Estende al 2014 i livelli attuali degli incentivi per risparmio energetico e ristrutturazioni, prevedendo poi una graduale riduzione di tali livelli.

10) tra i sottosettori delle amministrazioni pubbliche aumenta le risorse a disposizione di quelle locali per circa 2,9 mld nel 2014, mentre rimangono complessivamente invariate le disponibilità delle altre amministrazioni (centrali e degli enti di previdenza).
Il Governo programma interventi che determineranno entrate di natura straordinaria, attualmente di difficile quantificazione. Tali risorse verranno utilizzate per il rimborso di ulteriori quote di debiti commerciali in conto capitale ed eventualmente per altre finalità di natura non strutturale. È inoltre previsto uno sforzo ulteriore di valorizzazione del patrimonio pubblico. Nell’ambito di quest’ultimo è prevista una gestione più efficace delle concessioni demaniali, di cui ora prudenzialmente non si considera l’impatto.
La manovra consente di raggiungere l’obiettivo di indebitamento netto indicato nella Nota di aggiornamento del DEF. Il disavanzo nel 2014 risulterà pari al 2,5 per cento del PIL, per effetto di misure di sostegno all’economia pari allo 0,2 per cento del prodotto. La Legge di stabilità include inoltre una norma che definisce interventi strutturali dell’ordine di 3 miliardi l’anno nel triennio 2015-17 al fine di raggiungere il saldo programmato per il 2015, 2016 e 2017 (rispettivamente 1,6%, 0,8% e 0,1% del PIL).
2. La legge di stabilità per il 2014 in sintesi
1. Si definiscono interventi con oneri nel 2014 per 11,6 mld
3,7 mld per sgravi fiscali, di cui:
2,5 mld per il lavoro, di cui:
1,5 mld per ridurre l’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 nel 2015, 1,8 nel 2016).
0,04 mld per ridurre l’Irap sulla quota lavoro (0,11 nel 2015, 0,2 nel 2016)
1 mld per ridurre i contributi sociali sulle imprese (1,1 nel 2015, 1,2 nel 2016)
1,0 mld per trasferire risorse ai Comuni per ridurre il prelievo della service tax (Tirse)
0,13 mld per l’IVA sulle cooperative sociali
0,07 mld per contributi al trasferimento di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato
1 mld per gli investimenti degli enti territoriali
0,5 mld per pagare debiti commerciali in conto capitale (importo a cui si aggiungeranno i proventi connessi con operazioni di rientro dei capitali e con la rivalutazione del capitale della Banca d’Italia)
3,9 mld (di cui 0,8 in conto capitale) per spese connesse con “politiche invariate”; di cui:
0,85 mld per le missioni all’estero
0,6 mld per la cassa integrazione in deroga
0,3 mld per la ricostruzione dell’Aquila
0,3 mld per la manutenzione straordinaria della rete autostradale
0,06 mld per il semestre di Presidenza UE
0,38 mld per il 5 per 1000
0,33 mld per gli interventi per gli autotrasportatori
0,23 mld per università e policlinici universitari
0,1 mld per i lavoratori socialmente utili
0,3 mld per il Fondo Politiche Sociali
0,25 mld per il Fondo per i non autosufficienti
0,25 mld per la Carta acquisti e altre misure di contrasto alla povertà
2,5 mld (di cui 1,6 in conto capitale) per nuovi progetti di spesa, di cui:
0,7 mld a RFI per il contratto di programma 2012-2016, manutenzione straordinaria rete ferroviaria e interventi per la velocizzazione del corridoio adriatico, nodi e interoperabilità
0,24 mld ad ANAS per la prosecuzione del programma messa in sicurezza di ponti e viadotti, per il completamento asse autostradale Salerno – Reggio Calabria e per il reintegro delle risorse di alcuni contratti
0,2 mld per il completamento dei lavori del MOSE
0,12 mld per il Fondo solidarietà nazionale in agricoltura
0,12 mld per la mobilità sanitaria internazionale
0,1 mld per il Fondo Sviluppo e coesione – programmazione 2014-2020
2. Si reperiscono risorse per 8,6 mld
3,5 mld derivano da tagli di spesa; di cui
2,5 mld da tagli al bilancio dello Stato
1,0 mld da tagli alla spesa delle regioni
3,2 mld derivano da dismissioni, rivalutazione cespiti e partecipazioni, trattamento perdite
2,2 mld dalla revisione del trattamento delle perdite di banche, assicurazioni e altri intermediari
0,3 mld da misure riguardanti la rivalutazione delle attività delle imprese
0,2 mld da misure riguardanti il riallineamento del valore delle partecipazioni
0,5 mld da vendita di immobili
1,9 mld derivano da interventi fiscali
0,9 mld dall’incremento dell’aliquota del bollo sulle attività finanziarie
0,46 mld dal visto di conformità per le compensazioni sulle imposte dirette
0,5 mld dalla riduzione delle spese fiscali attraverso interventi selettivi sulle agevolazioni fiscali da definire entro il gennaio 2014.


A cura dell’Ufficio Documentazione e Studi del Gruppo del Partito Democratico (EP)