Il ritardo lo pagano cittadini e imprese. A noi il compito di vigilare, non di ostacolare l’iniziativa degli atenei del Nordest

 

 La politica regionale si astenga da indebite ingerenze sul piano di convergenza degli atenei del Nordest deciso dal governo Renzi in accordo con le università. 

Non condivido i tentativi di una battaglia di retroguardia, volta solo a risvegliare egoismi e anacronistici campanilismi laddove la classe politica regionale è chiaramente arrivata in ritardo sul tema dell’innovazione, delle competenze e del modello di sviluppo di un area che se nei due decenni scorsi è stata definita la “locomotiva del paese”, oggi fatica a trovare una collocazione e un ruolo in ambito europeo.

Non recupereremo credibilità alimentando divisioni, dobbiamo invece favorire le aggregazioni e le sinergie. Come politici, abbiamo raccolto le richieste delle università e del mondo delle imprese e abbiamo avuto un ruolo nel far comprendere al governo l’importanza di attivare un competence center a Nordest. Questo progetto deve diventare la base e l’esempio per sviluppare ulteriori connessioni in tutti i settori. Inutile nascondersi, come afferma oggi Aldo Bonomi al Nordest mancano i poli di aggregazione e questo costituisce un chiaro elemento di debolezza per la nostra economia, come pure un fattore di inefficienza delle amministrazioni pubbliche, tanto per fare due esempi, ma potremmo continuare guardando allo stato di disgrazia di alcuni servizi di mobilità (tpl, autostrade e ferrovie), alle divisioni sulle infrastrutture (porti e aeroporti), alla parcellizzazione di molti servizi di rete (gestione dei rifiuti su tutti) e via elencando. Le politiche a livello europeo si fanno su territori vasti, su macroregioni che spesso travalicano i confini amministrativi, locali e nazionali. Non stiamo parlando del futuro, stiamo parlando del presente e, lo ripeto, il ritardo del Nordest in questo ambito lo pagano le imprese, in termini di minore competitività e i cittadini, in termini di maggiore inefficienza del sistema e di minore occupazione qualificata; non a caso, secondo i più recenti dati dell’Istat, una quota molto ampia dei giovani laureati lascia il nostro territorio al termine degli studi.

Le università del Nordest sono arrivate per prime a cogliere la necessità e l’urgenza di unire le proprie risorse per creare un polo di ricerca e alta formazione da mettere a disposizione dello sviluppo del territorio. Lo hanno fatto autonomamente e hanno “costretto” il governo nazionale a prenderne atto e a finanziare il loro progetto. A noi spetta il compito di vigilare che il programma dell’industria 4.0 venga portato avanti secondo i tempi e i modi stabiliti, di agevolarne l’attuazione e di rimuovere gli eventuali ostacoli che si presenteranno lungo il cammino. Altrimenti, anche la nostra generazione politica rischia di venire condannata all’irrilevanza.

 


Padova, 23 Ottobre 2016