Il Bellunese ha bisogno di una guida autorevole, innovativa e capace di rappresentare tutte le aree e le istanze provenienti dalle sue componenti.

L’elezione del presidente della Provincia che ci vedrà impegnati entro la fine di settembre, costituisce un banco di prova sul futuro dell’ente, ma soprattutto per l’intero territorio.

Il centrosinistra ha oggi la responsabilità di guidare il processo di cambiamento in corso.

La riforma Delrio ha cancellato le Province delle aree metropolitane, ha svuotato di competenze e funzioni tutte le altre e ha potenziato tre soli enti in Italia per le loro caratteristiche di province interamente montane e confinanti con stati esteri: una di queste è la Provincia di Belluno.

E’ chiaro a tutti che le maggiori competenze e l’autonomia prevista dal governo a cui la Regione Veneto dovrà dare seguito, impongono un netto cambio di passo rispetto al passato.

 Il tempo dei giochini di potere della vecchia politica è tramontato.
E’ nostra intenzione avviare un confronto aperto con tutti i soggetti disponibili a spendersi coraggiosamente per il territorio al di là degli schieramenti di appartenenza. Il centrosinistra offre e pretende discontinuità rispetto al passato. Lo fa per non ripetere errori grandi e piccoli, tra cui annovero la gestione partitica e non manageriale di Bim – Gsp che ha portato all’aumento vertiginoso delle tariffe dell’acqua.

Lo dico senza timori: i punti di accordo con le forze politiche e i loro rappresentanti chiamati a votare a settembre li dobbiamo trovare su come rilanciare l’economia, non sulle poltrone. Per il centrosinistra il tema principale è la competitività del sistema economico territoriale.

Le imprese, i professionisti e i lavoratori bellunesi faticano più di altri territori a gestire la transizione da un’economia prevalentemente improntata alla produzione industriale a un modello di servizi e produzioni specializzate ad alto valore aggiunto. Le difficoltà di partenza dovute alle condizioni geografiche, sono aggravate dalla carenza di infrastrutture di base e da una cultura della “paura” che porta costantemente i nostri amministratori a dividersi invece che a coniugare le forze disponibili.

I punti qualificanti della nostra proposta sono: a) l’estensione della banda larga in tutte le comunità bellunesi, perché oggi le idee, i servizi alle imprese e al dettaglio e la vendita di beni transitano prevalentemente sulla rete; b) la riqualificazione e velocizzazione dei collegamenti ferroviari e di trasporto pubblico locale interni e verso la pianura; c) un’operazione di trasparenza politica e amministrativa che prevede una credibile e autorevole rappresentanza di tutte le vallate bellunesi nel nuovo Consiglio provinciale. Per trasformare in opportunità quelli che un tempo erano i nostri punti deboli dobbiamo accogliere tutte le esigenze di una provincia così ricca e variegata.

In conclusione, la riforma Delrio ci offre l’opportunità di guidare il cambiamento. Assegna maggiori competenze e pezzi di reale autonomia alla Provincia di Belluno. Non sprechiamo l’occasione che ci è data azzuffandoci per qualche poltroncina di poco conto. Operiamo invece per trasformarla in valore, lavoro e una migliore qualità della vita dei bellunesi.

 Roger De Menech

Belluno, 12 luglio 2014